A pochi passi dalla London Tower, un edificio elegantemente ristrutturato emerge grazie a un ingresso dall'immagine innovativa, frutto della maestria Marzorati Ronchetti.
Non è facile distinguersi a Londra, soprattutto se si è all'ombra degli avveniristici grattacieli della City. Bogle Architects, uno fra gli studi più giovani e interessanti, ha però reinventato l'ingresso di 140 Fenchurch Street edificio recentemente ristrutturato.
Tratto caratterizzante del progetto è la parete che separa il piccolo atrio, allestito con un banco reception, dalla strada. La composizione propone una raffinata geometria seriale di pannelli metallici dalla forma convessa, che raccorda spazio interno e facciata attraverso un unico elemento di separazione e, al contempo, di transizione.
Il sobrio disegno delle ampie vetrate senza cornice, la rampa di raccordo fra pavimento e marciapiede e la completa trasparenza delle ante del portoncino rafforzano la sensazione di continuità fra l'attività che si svolge ai piani superiori – riqualificati come uffici di prestigio – e la vita che scorre frenetica nel cuore della città.
Ma è solo passandoci accanto che si rivela tutta l'intensità dell'opera: forme, colori e luci scorrono sulla matrice di fluide superfici convesse, creando un caleidoscopio di immagini in movimento che sembrano penetrare in profondità, attraverso la parete, oppure emergere da essa, senza sosta.
Polona Pirnat, Project Architect presso Bogle Architects, spiega com'è nata l'idea della parete sfaccettata: “L'ingresso dell'edificio è situato lungo una strada secondaria, perciò avevamo bisogno di una soluzione in grado di attirare l'attenzione, che brillasse e luccicasse come un gioiello e, contemporaneamente, risultasse sofisticata, elegante e audace. Si tratta di un materiale resistente e versatile, che può essere rifinito in diversi modi per ottenere superfici e textures variegate, capaci di riflettere e diffondere la luce, portando un senso di dinamismo alla nuova entrata.
Nonostante le modeste dimensioni, la riflessione della luce naturale sull'acciaio lucidato fa apparire più ampia l'area della reception, mentre la singolare forma concava del banco è stata realizzata con acciaio acidato, creando un perfetto contrappunto. Infine, ma non meno importante, l'inox richiede pochissima manutenzione.”
“Originariamente avevamo pensato di realizzare i componenti in fusione d'alluminio, ma dopo ci siamo indirizzati verso l'acciaio inox – materiale che consente finiture più raffinate. Per assicurare la migliore qualità della finitura, l’installazione è stata prefabbricata in officina e poi assemblata in sito. Abbiamo prestato la massima cura sia al sistema di aggancio alle murature, sia alla dissimulazione della cassetta antincendio situata in prossimità della porta d'ingresso, che risulta praticamente invisibile.”
La parete in acciaio inox lucidato e vibrato e il banco reception nello spazio d'ingresso di 140 Fenchurch Street sono opera di Marzorati Ronchetti al top di questo tipo di lavorazioni.
La sottostruttura della parete è agganciata alle strutture portanti dell'edificio, mascherate da tre pannelli a tutt'altezza (uno parallelo alla facciata, gli altri due posti a lato rispetto alla porta d'ingresso), composti da elementi curvilinei di larghezza variabile (da 205 a 223,5 mm) a formare un vero e proprio volume scultoreo che accompagna il percorso dei visitatori.
“Ci capita spesso di realizzare opere a metà strada fra l'architettura e l'arte – spiega Stefano Ronchetti. In questo caso la complessa trama in rilievo in acciaio inox si propone come elemento attrattore, dall'immagine al contempo pregiata e cangiante anche per effetto della lama di luce a soffitto che prosegue all'esterno, caratterizzando la pensilina d'ingresso.
Il banco reception è stato anch'esso realizzato su disegno. Il piano d'appoggio lucidato a specchio richiama le tonalità chiare proprie del resto dell'ambiente, ma sono le tonalità scure della lamiera d'acciaio acidata e la forma leggermente concava a distinguere il banco, sorta di monolito dalle preziose qualità materiche.”
L'ingresso dell'edificio che risulta l'elemento chiave del progetto di rinnovo oltre ai pannelli d'acciaio vede la presenza di due grandi vetrate fisse senza telaio a vista e porte automatiche vetrate realizzate da Glass Aftercare e Open Entrances hanno eseguito l'intento progettuale dell'architetto Ian Bogle con la realizzazione della gigantesca vetrata d'ingresso (5 metri di altezza) e della facciata vetrata dell'edificio. Con una soluzione completamente personalizzata Open Entrances ha realizzato due grandi vetrate fisse senza telaio a vista e porte vetrata che collegano la zona della reception all'esterno.
La realizzazione fornisce elevati livelli di illuminazione naturale per la zona della reception dove gli operatori Erreka delle porte automatiche scompaiono alla vista grazie alla copertura di metallo che sovrasta l’ingresso.
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