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Highlights attualità. Addio bonus edilizi

Mancano pochi mesi alla fine dell’anno e all’addio ai bonus edilizi. La Legge di Bilancio 2025 potrebbe però contenere nuove interessanti misure

Si avvicina l’addio ai bonus edilizi e il panorama edilizio comincia  a modificare il proprio assetto, secondo Enea cresce il numero di APE nelle classi energetiche più alte e Scenari Immobiliari immagina la casa del futuro

Fine dei bonus edilizi

La premier Giorgia Meloni all’assemblea annuale di Confindustria ha dichiarato “chiusa la stagione dei bonus edilizi sulle seconde e terze case”, sul tavolo delle trattative c’è inoltre l’ipotesi di trasformare i bonus fiscali in trasferimenti monetari per i contribuenti incapienti.

Le nuove misure potrebbero prendere corpo nella revisione generale dei bonus e degli sconti fiscali in vista della Legge di Bilancio 2025.

Per usufruire ancora dei bonus relativi a interventi di ristrutturazione edilizia o direttamente collegati ad essi (Bonus Casa 50%, Ecobonus, Sismabonus) rimangono quindi poco più di tre mesi. Nel 2025 il Superbonus vedrà poi scendere l’aliquota dal 70% al 65% e i crediti di imposta sulle ristrutturazioni edilizie passeranno dal 50 al 36%.

 

Migliora l’efficienza energetica degli edifici

Diminuisce il numero di APE nelle classi energetiche più basse E, F e G (70,4%) e aumentano gli edifici certificati in classe da A1 ad A4 (11%).

Questo l’esito dell’analisi del dipartimento ENEA di efficienza energetica sul parco immobiliare nazionale degli attestati APE residenziali emessi fino al 31 dicembre 2023 e contenuti nel SIAPE (Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica), in vista degli interventi necessari per raggiungere gli obiettivi delle direttive UE, in particolare la Direttiva UE 2024/1275 (Case Green).

Dal report risulta che in Italia ci sono 12,4 milioni di edifici residenziali, di cui oltre il 60% costruito prima del 1976 (anno di entrata in vigore della prima legge sul risparmio energetico), ai quali si aggiungono 1,7 milioni di edifici a uso non residenziale, destinati principalmente alla produzione (19%), al commercio (16%) e ai servizi (12%).

 

La casa del futuro

Da qui al 2050 serviranno 3,65 milioni di nuove abitazioni, frutto principalmente di trasformazioni e riconversioni, concentrate nelle principali metropoli italiane. Un investimento pari a oltre mille miliardi di euro per le costruzioni, a cui potranno aggiungersi 4,2 miliardi all’anno per la successiva manutenzione.

Questo il panorama nel report sulla casa del futuro di Scenari Immobiliari in collaborazione con Investire sgr, una casa che sarà molto più piccola di oggi, green e tech, e con maggiore attenzione ai servizi accessori condivisi.

Le modalità di lavoro saranno infatti molto diverse da quelle di oggi e le famiglie sempre più composte da una sola persona. Le nuove costruzioni dovranno di conseguenza essere calibrate sulla base di nuove esigenze e specializzate per rispondere alla domanda di servizi residenziali e di assistenza domiciliare. Per la popolazione universitaria e i giovani professionisti sarà necessario sviluppare student housing, microliving e coliving; invece, per gli over 75 soluzioni come senior living e cohousing.