I temi affrontati dall’Associazione delle finiture superficiali dell’alluminio durante Metef ha riguardato i marchi Qualideco, Qualicoat e Qualanod e una serie di attività svolte in questi mesi.
Si è tenuto durante Metef 2014 a Verona il convegno organizzato dall’associazione Aital, Associazione Italiana Trattamenti Superficiali Alluminio e dedicato all’importanza dei trattamenti superficiali su alluminio per quanto concerne la durabilità e dei marchi di qualità.
Il convegno, una sessantina di presenti a riempire la sala convegni del Pad. 2, è stato introdotto dal presidente di Aital, Giuseppe Ponzio (foto in gallery), che ha voluto ricordare che proprio quest’anno cade il 20° anniversario della nascita dell’associazione.
E’ stato il segretario generale di Aital, ing. Giampaolo Barbarossa (foto in gallery) ad aprire la parte convegnistica vera e propria con un intervento di resoconto delle attività dei diversi gruppi di lavoro tecnici all’interno dell’associazione.
Questi in sintesi i temi dei gruppi di lavoro: valutazione del grado di polimerizzazione dei rivestimenti verniciati, caratterizzazione dei rivestimenti verniciati e la prova “durezza matita” per la determinazione della resistenza al graffio, ricerca sulle cause delle alterazioni superficiali su campioni verniciati con prodotti vernicianti in polvere, di natura poliestere, per finiture di tipo “strutturato”, sottoposti a prova Kesternich (prova in ambiente di vapori di anidride solforosa che simula un ambiente di tipo industriale), verniciabilità della poliammide e durabilità.
Juan Antonio Bernabé, (foto in gallery) presidente del marchio Qualideco, relativo alla finiture “ad effetto”, ha informato sulla situazione del marchio e ha ricordato la scheda tecnica “Raccomandazioni per un corretto utilizzo dei manufatti decorati”.
“La certificazione delle finiture decorate ad effetti speciali, p.e. effetto legno, – detto – permette di raggiungere altissimi livelli qualitativi”.
Ha poi tracciato un quadro dello sviluppo del settore dell’alluminio verniciato.
Se negli anni 80 il bianco era colore dominante (90-95%) con pochi colori, negli anni 90 sono arrivati tutti colori RAL (finiture lucide, semilucide, opache) le polveri in classe 2 e le finiture strutturate (raggrinzanti, bugnati, marezzati) con l’arrivo dell’effetto legno polveri + film. Negli anni 2000, infine, si è avuto lo sviluppo delle polveri + film con polveri in classe 3.
E oggi? Polveri senza TGIC in tutte le finiture, pretrattamenti senza cromo, verniciature spray e ad immersione, pretrattamento anodico, sviluppo delle linee orizzontali, di quelle compatte (caroselli), delle linee verticali, delle attrezzature in genere e dei test di laboratorio.
Attualmente a marchio Qualideco ci sono 56 aziende, 3 tecnologie e 525 decorazioni (suddivise in 108 polvere su polvere, 400 sublimazione e 17 altre tecnologie) e molte sono le aziende di paesi emergenti in attesa di ottenere la licenza Qualideco provenienti da Australia, Cina, Mexico, Polonia, Emirati Arabi, Qatar, Arabia Saudita, India, Colombia, Brasile.
Sulla durabilità delle finiture dell’alluminio è tornato l’ing. Barbarossa ricordando che “La durabilità non costituisce quindi una “garanzia di durata” in quanto è una considerazione puramente tecnica che può aiutare il progettista nella scelta dei materiali e delle finiture più adatte e il committente nella stesura di un programma di manutenzione.
Sulla base dell’esperienza delle applicazioni dell’alluminio in edilizia, consolidata da oltre 50 anni per l’anodizzazione e da circa 30 anni per la verniciatura, ferme restando le raccomandazioni, si può ragionevolmente affermare che i trattamenti e i prodotti previsti nelle tabelle 2 e 3 delle Linee guida Aital possano offrire una vita utile minima, in termini di durabilità, di 15 anni nei confronti della resistenza alla corrosione e delle variazioni di colore e di brillantezza che sono strettamente legate, oltre che all’ambiente di esposizione, alla classe dei prodotti vernicianti utilizzati”.
Giuseppe Casati (foto in gallery), consulente Qualital, in rappresentanza del Gruppo di lavoro specifico, parlando sui requisiti dei prodotti vernicianti per manufatti verniciati in ambiente industriale dopo aver verificato il presentarsi di problematiche per i manufatti esposti in questi ambienti aggressivi, ha “raccomandato fortemente ai produttori di prodotti vernicianti con omologazioni Qualicoat di non utilizzare pigmenti con una insufficiente resistenza agli acidi nella formulazione di prodotti vernicianti conformi a quanto previsto dalle specifiche Qualicoat”. E’ emerso che nel sistema poliestere (induriti con beta-idrossi-alchilammide – HAA) per finiture di tipo strutturato è possibile un affioramento dei pigmenti che risultano così esposti ad un attacco dell’atmosfera acida, nel caso in cui i pigmenti impiegati siano non resistenti agli acidi si ha formazione di macchie e colature superficiali.
Infine sulla verniciabilità delle barrette per il taglio termico dei profili di alluminio, è intervenuto l’ing. Riccardo Boi (foto in gallery), direttore Qualital e direttore tecnico del Qualicoat, Il lavoro di una tesi aveva permesso di accertare la forte influenza del tenore di umidità sul fenomeno del blistering. La sua comparsa dipende esclusivamente dal tenore di acqua assorbita dalla barretta di poliammide.
“Si è visto – ha detto Boi – che la barretta di poliammide si comporta come una spugna e quindi può assorbire ma anche cedere l’umidità a seconda dell’ambiente in cui si trova”. E di questo bisogna conto.
Al termine un dibattito coi partecipanti all’incontro.
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