L’arrivo dell'articolo 10 del DL Crescita ha messo a nudo i nervi di un intero settore. L’invito: utilizziamo l’occasione per ripensare le nostre aziende, ai loro punti di debolezza ma anche di forza per poter rispondere anche noi rispondere “Io anche no, grazie”.
Guido Alberti, formatore, ma anche serramentista e rivenditore, coglie l’occasione dell’arrivo dell’articolo 10 del DL Crescita che introduce, come opzione, la possibilità di uno sconto in fattura pari all’ecobonus per una riflessione di fondo sull’identità del settore del serramento. Esplicito l’invito di Alberti a ripensare le nostre aziende e a riflettere sui loro punti di debolezza ma anche di forza per poter rispondere anche noi “Io anche no, grazie”. (eb)
Il nostro (quello del serramento, ndr) è un settore atipico, che riesce a rimanere in silenzio fino a quando qualcuno non abusa dell’eccessiva bontà, perché di base, siamo tutti fin troppo buoni. Ed è quello che sta succedendo in questi giorni con l’articolo 10 del DL Crescita. Ho letto un sacco di commenti a caldo, da cui colgo preoccupazione e per certi aspetti rassegnazione; rassegnazione verso qualcosa che, come sempre, viene imposta dall’alto, da chi non sa cosa vuol dire avere una partita Iva e che forse mai l’ha avuta. Figure chiave, grandi tecnici, che avanzano proposte spesso in disaccordo con la realtà dei fatti, perché non sanno cosa vuol dire vivere nell’incertezza del domani.
Quindi, se da una parte non posso che condividere lo sgomento, dall’altra vorrei fare una riflessione a voce alta. La mia sarà una voce fuori dal coro, me ne rendo conto, ma credo sia giusto dire come stanno le cose.
Purtroppo il nostro è un settore debole, dove basta che qualcuno si svegli la mattina imponendo qualcosa senza logica che tutto il sistema inizia a vacillare. Era già successo a fine anno, quando sembrava non venissero riconfermate le detrazioni, e sta succedendo di nuovo in questi giorni, a causa dell’articolo 10 del DL Crescita.
Qualsiasi insidia mette a nudo le debolezze di un intero settore, che forse negli anni addietro ha brillato di luce riflessa e non propria. Sono dell’idea che il problema sia a monte.
Dove sta il problema dell’ecobonus in fattura?
Il vero problema è che siamo talmente tanto deboli che basta un nulla per rimettere in discussione le nostre aziende, grandi o piccole che siano, perché i problemi sono sempre gli stessi.
Piccole aziende che emulano i grandi, quando invece dovrebbero preoccuparsi di altro e grandi aziende che spesso, salvo rare eccezioni, prendono spunto da quanto di buono fanno i piccoli, piuttosto che avere una visione a lungo termine. Un paradosso.
Se un DL (ancora da approvare in versione definitiva di legge) riesce a preoccupare un intero settore, forse vuol dire che negli anni si è costruito poco o nulla, dove ogni azienda è andata per la propria strada, senza guardarsi intorno per cercare di fare squadra. E oggi la maggior parte delle aziende non riescono a rispondere a questa domanda: “perché un cliente dovrebbe comprare da me piuttosto che da un mio concorrente?”.
E se perdere un cliente perché va ad acquistare da un concorrente, ammesso e concesso che lui riesca a fare uno sconto del 50% in fattura ci preoccupa, evidentemente è perché non siamo stati in grado di costruire un’azienda diversa, ma ci siamo limitati, in tempi di “vacche grasse” che io purtroppo non ricordo perché troppo giovane, a creare aziende che sono la copia della copia di chissà cosa. (Ovviamente non voglio generalizzare e ci sono le dovute eccezioni, sia chiaro).
A chi può giovare tutto questo?
I piccoli? Dubito. I grandi? Dubito. La GDO? Forse. Ma se il problema è la GDO, forse abbiamo sbagliato tutto, e il nostro modello di business è da riconsiderare. Anzi, forse è anche giusto che occasioni come questa dell’Art. 10 ci facciano riflettere un attimo su quello che abbiamo, o che avremmo dovuto costruire, ma non l’abbiamo fatto.
Anche perché, e qui concordo con quanto dice il rivenditore Paolo Bacchini (vedi news), si può sempre rispondere “Io anche no, grazie”. Ma c’è un problema. Per fare questo ci vuole coraggio e certezza che “chiusa una porta si apre un portone”, tanto per restare in tema.
Il problema è che non tutti possono farlo, perché per far quadrare i numeri a fine mese e pagare tutti, non si può rinunciare a nulla. Costi quel che costi nel lungo periodo purché ci si salvi nell’immediato. Ma anche in questo caso, il problema è ancora una volta a monte.
In conclusione, sono favorevole a una modifica dell’Art. 10 se non addirittura a un passo indietro, ma con la consapevolezza che il nostro settore e le nostre aziende dovrebbero brillare di luce propria.
Avanti!
Guido Alberti
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere