Un’analisi del mercato mondiale dell’alluminio che aiuta a comprendere e inquadrare gli attuali aumenti del prezzo delle materie con l’aiuto dell’esperto Mario Conserva
La ripresa mondiale sta facendo schizzare alle stelle i prezzi delle materie prime (vedi news): acciaio, alluminio, materie plastiche, legno. Inizia qualche problema di rarefazione delle merci che sparisce immediatamente se si è disposti a pagare quanto i fornitori richiedono. L’esempio più clamoroso è quello dei prezzi dell’acciaio bene illustrato dal grafico qui sotto, tratto dall’articolo “Prezzi dell’acciaio in aumento” a firma di Pasquale Marzano rivenuto in pricepedia.it. I prezzi dei coils di acciaio quotati al Chicago Mercantile Exchange (CME), espressi in dollari per tonnellata e trasformati in indice (2020=100) sono schizzati del 140% da agosto 2020 ad aprile 2021.
Meno drammatico, ma sempre pesante, l’aumento subito dai prezzi dell’alluminio LME (London Metal Exchange) riferimento mondiale per i non ferrosi. Da agosto 2020 l’aumento subito è stato “solo” del 30%, come testimonia l’immagine di copertina (fonte Money.it).
Focus sull’alluminio nel mondo
Che cosa stia succedendo, il perché sta succedendo, i possibili sviluppi futuri sono l’oggetto della nostra riflessione con Mario Conserva, riferimento italiano dell’alluminio e e attualmente segretario generale di Face, la Federazione dei consumatori di alluminio, che si batte da anni per l’eliminazione dei dazi sull’alluminio in tutte le sue forme di provenienza extra UE.
Il dazio all’import dell’alluminio extra-UE è da anni del 3% sul metallo puro, 4% su placche da laminazione e billette di estrusione e ben il 6% su tutte le leghe da fonderia. Utile è anche inquadrare il mercato italiano dell’alluminio laddove si trasformano 1 850 0000 tonnellate ripartite quasi equamente tra pressocolata, laminazione ed estrusione.
Quasi 600 mila tonnellate di estrusi sono destinate più o meno paritariamente all’ industria, sotto forma di profili a disegno, e all’edilizia sotto forma di sistemi per serramenti e infissi, facciate, persiane, frangisole, tende sole, pergole, verande …L’alluminio in edilizia non è trasformato solo dai serramentisti in alluminio ma anche da tanti altri operatori che ne allargano continuamente le applicazioni.
La riflessione di fondo di Mario Conserva è che “l’alluminio è in piena crescita grazie alla ripresa industriale in atto in tutto il mondo. Tuttavia, lo era anche prima della pandemia grazie alle sue caratteristiche, non ultima la riciclabilità al 100%, qualità apprezzatissima in un mondo sempre più “verde”. Certo, la ripresa sta facendo lievitare i prezzi dell’alluminio ma gli aumenti registrati negli ultimi mesi sono inferiori rispetto a quelli di altre materie prime.
Di sicuro la Cina è il fattore numero uno di questo fenomeno. Essa produce più del 50% dell’alluminio primario prodotto al mondo (circa 36 milioni di tonnellate su 65). Tuttavia, ha bisogno di primario estero perché la sua industria è ripartita ben prima di tutte le altre. La Cina, quest’anno, punta su una crescita del PIL a due cifre. E, poi, ricordiamoci sempre che i suoi consumi pro-capite di metallo leggero sono molto bassi ancora, ben lontani dai 32-34 kg a testa dei paesi occidentali. Lo sviluppo dei consumi interni e la produzione per l’estero determineranno nei prossimi anni una forte crescita dei consumi pro-capite”.
Naturalmente non dimentichiamo che la ripresa è oramai mondiale e non è più solo fenomeno cinese. Gli Stati Uniti sono partiti alla grande da parecchie settimane e stanno attrarendo acciaio, alluminio, legno, materie plastiche a più non posso. Ed è ripartita anche l’industria europea.
All’Europa mancano tre quarti dell’alluminio
E, quindi, il problema che stiamo vivendo oggi sarà destinato a replicarsi nel corso dei prossimi anni, magari in forme accentuate. L’Italia manca di alluminio primario, l’Europa pure. “A noi, ricorda Conserva, mancano tre quarti del metallo di cui abbiamo bisogno. E quindi lo devi acquistare qualunque sia il prezzo del mercato. Certamente un dazio che fa barriera è un nodo scorsoio per l’industria europea che manca di primario”.
Quali suggerimenti possiamo offrire ai lettori? Stare in attesa? Comprare? La risposta è netta: “Non ho la sfera di cristallo e non posso dare indicazioni. Vedo che questo “arraffamento” dell’alluminio primario e di rottame della Cina può diventare un problema strutturale e non congiunturale della durata di qualche mese. La mia considerazione è che il dazio su un metallo essenziale che a noi manca è una pura follìa. So bene che l’incidenza del dazio sul prodotto serramento in alluminio è modesta ma così non è per gli estrusori che forniscono i profili”.
a cura di Ennio Braicovich
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