Dal 6% al 4% a partire dal 1° gennaio 2014. La decisione comunitaria riportata dalla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 28 dicembre
Diminuisce il dazio EU dal 6% al 4% sulle leghe di alluminio per billette e placche a partire dal 1° gennaio 2014. La decisione comunitaria è riportata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 28 dicembre 2013 (numero L 354), con riferimento al Regolamento del Consiglio del 17 Dicembre relativo alla sospensione dei dazi autonomi per alcuni prodotti agricoli ed industriali. A pagina 284 della Gazzetta appare l’attesa decisione della riduzione della tariffa dal 6 al 4% su placche e billette di leghe di alluminio greggio, codice doganale 7601 20 20.
“Non è un intervento netto e decisivo – commenta Mario Conserva, esponente del settore alluminio- “come avrebbero voluto i trasformatori e gli utilizzatori finali di alluminio europei. Però, dopo 15 anni di pressione da parte della Federazione dei Consumatori Europei di Alluminio FACE, ed un primo passaggio nel 2007 che portò il dazio sul metallo non legato dal 6 al 3%, questa ultima accelerazione sulle leghe (anche se limitata per il momento ai formati grezzi per produrre laminati ed estrusi) lascia intendere che la questione dell’accesso alle materie prime e della competitività della filiera europea dell’alluminio viene presa in seria considerazione”.
Questo tipo di alluminio che alimenta l’intero downstream (laminatori, estrusori, fonderie di getti) non viene prodotto da alcun produttore europeo, (salvo insignificanti quantitativi ad altissima purezza adatto a impieghi di nicchia)e viene quindi interamente importato nell’Unione europea. Una sistuazione che suscita la speranza che il prossimo passo sia l’azzeramento della tariffa del metallo non legato.
Sempre Conserva: “L’azzeramento del dazio su questa tipologia di materiale favorirebbe tutto il sistema e, cosa spesso trascurata, aiuterebbe anche il riciclo di remelters e refiners. L’intero downstream dell’alluminio, dai trasformatori agli utilizzatori finali, ha sofferto per lunghi anni la condizione di non competitività indotta dalla presenza dazio, le conseguenze sono state la scomparsa di aziende e di posti di lavoro, a ritmi impressionanti specialmente in questi ultimi tempi. Speriamo che i decisori di Bruxelles, sotto la spinta dei governi nazionali più interessati al problema, arrivino finalmente a chiudere questa annosa vicenda”.
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