Economia

Alluminio. Economia del settore in Italia nel 2020

La congiuntura del settore alluminio in Italia è stata al centro dell’analisi della recente riunione di Centroal. Il fatturato complessivo del settore nel 2020 ha registrato un calo intorno al 10% a causa delle minori quantità prodotte e dell’iniziale discesa dei prezzi dei metalli nella prima metà dell’anno

Tra i temi discussi nella recente assemblea annuale di Centroal, gruppo metallo di Assomet (vedi news), ampio spazio è stato dedicato alla congiuntura economica del settore Alluminio.  La Drs. Tatiana Pavia ha illustrato all’assemblea l’andamento del mercato italiano con i dati della produzione nazionale, commercio estero ed uso apparente del 2020 di laminati, estrusi e pani per fonderia.

Il fatturato complessivo del settore nel 2020 ha registrato un calo intorno al 10%, scendendo a 9,2 miliardi di euro, a causa delle minor quantità prodotte e dell’iniziale discesa dei prezzi dei metalli nella prima metà dell’anno. Nella ripartizione del fatturato prevale il comparto dei getti circa 33% del fatturato, seguito dagli estrusi con il 20%, da placche e billette con il 15% e dai laminati al 14%. A seguire il comparto dei raffinatori con l’11%, del foglio sottile 6% e dei trafilati con l’1%.

L’uso nazionale di alluminio, nel 2020, si è attestato a 1,9 milioni di tonnellate.

Il comparto italiano dei semilavorati di alluminio ha registrato diminuzioni molto più contenute rispetto a quanto prospettato durante l’anno.

La produzione nazionale di laminati ha registrato una variazione negativa del 4,3% rispetto ai valori del 2019 (dovuto per lo più alle difficoltà attraversate dal settore dei trasporti), con circa 583mila tonnellate prodotte. Le importazioni sono diminuite del 12% (289mila tonnellate) e le esportazioni del 13% (306mila tonnellate), portando il consumo apparente ad un calo di circa il 3%. I dati sulla produzione nazionale raccolti per il I trimestre 2021 mostrano una situazione stabile o leggermente in crescita rispetto al I trimestre 2020, mentre gli indici degli ordini indicano dei forti aumenti sia sul mercato nazionale (+37,5% I trimestre yoy, year over year, ossia su base annua) che sul mercato estero (+14,2% I trimestre yoy).

Per quanto riguarda la produzione di estrusi, il calo registrato nel 2020 si è consolidato ad un –5,1%, con 566.300 tonnellate prodotte. Il commercio estero è stato interessato da un forte recupero nell’ultimo trimestre 2020, portando le importazioni e le esportazioni a registrare rispettivamente un calo del 5% (71mila tonnellate) e dell’8% (226mila tonnellate).

Il consumo apparente nazionale si attesta quindi ad un –4%. Le produzioni italiane nel I trimestre 2021 segnano un boom, con circa 170mila tonnellate di estrusi prodotti, in crescita rispetto alle 150 mila del I trimestre 2020, già interessato dalla crisi sanitaria, ma anche rispetto alle 160-165mila del 2018 e 2019. Stesso trend positivo per gli indici degli ordini interni (+56% I trimestre yoy) ed esteri (+64,8% I trimestre yoy).

La produzione di pani per fonderia, contrariamente ai settori sopracitati, non ha recuperato le forti riduzioni registrate nei mesi di lockdown: la produzione nazionale ha chiuso l’anno con un  –18% e 570.300 tonnellate prodotte, in calo le importazioni del 14% (145mila tonnellate) ed in aumento e esportazioni del 9% (286mila tonnellate).

L’analisi delle importazioni in Italia e in UE27, ha confermato quanto già evidente a tutti. Gli scambi commerciali in generale sono stati limitati e hanno registrato decise contrazioni.

Commentando nel dopo assemblea questi dati il direttore di Assomet, Dr. Orazio Zoccolan, annota che “nel corso degli ultimi anni si riscontra una crescita sostanziale dei consumi interni di laminati imputabile al settore dell’imballaggio ma anche all’automotive”. Per gli estrusi, dopo il brusco calo del 2009/2012 dovuto alla crisi dell’edilizia, settore di maggiore destinazione, si evidenzia una sostanziale tenuta nei consumi interni. Insomma, stiamo risalendo la china … ma è dura!”

In effetti, corre obbligo puntualizzare da parte nostra che il crollo dei consumi degli estrusi per edilizia è imputabile sia alla crisi dell’edilizia che inizia proprio nel 2008/9 sia all’introduzione delle legislazioni energetiche e dell’ecobonus che hanno reso improvvisamente obsoleti i serramenti in alluminio freddi, cioé non termoisolati, che costituivano all’epoca gran parte delle produzioni.

Infine, una annotazione riguarda la ripartizione degli impieghi dell’alluminio, le statistiche parlano di una quota ufficiale del 37% di estrusi assorbiti dall’edilizia in Italia contro il 23% dell’Europa. Ma, segnala Zoccolan, “gli estrusi per edilizia si ‘nascondono’ all’interno della quota, 23%, “assorbita agli stockisti, ovvero i commercianti di alluminio, che servono i serramentisti”. Ovviamente al netto delle quote degli stockisti che servono principalmente l’industria.

Un ulteriore elemento, aggiungiamo noi, che fa balzare in avanti le quote degli estrusi destinati all’edilizia sono le tante quantità di profili di facciate, serramenti, frangisole, pergole, tende, zanzariere, persiane ecc che da sempre vengono catalogati come profili a disegno e non come profili per applicazione edilizie. Passare da profili a disegno a prodotti da ingegneria generale o meccanica il passo è breve e allora addio all’edilizia, che tutto sommato sembra assorbire la metà delle produzioni di profilati estrusi. Insomma, l’edilizia conta sempre tanto per il mondo degli estrusi di alluminio.

In alto: facciata in alluminio, estrusi e laminati. Doc. European Aluminium

a cura di Ennio Braicovich