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Anfit, con Finco, al Sottosegretario Baretta: riportare la ritenuta all’4%

Due lettere di Finco e di Anfit stigmatizzano l’aumento della ritenuta d’acconto dal 4 all’8% definendolo un ‘insostenibile drenaggio di liquidità’ e chiedono a gran voce la vecchia (e più bassa) aliquota.

La ritenuta d’acconto dell’8% sui bonifici bancari e postali per i lavori del bonus casa (50%) e del bonus energia (65%), come dispone la Legge di Stabilità 2015 (vedi news), va riportata al 4% come era fino al 31 dicembre 2014. Lo chiedono a gran voce Anfit, l’associazione per la difesa della finestra Made in Italy, e Finco, la Federazione delle imprese delle costruzioni, con tutte le Associazioni federate.
Infatti lo scorso 18 febbraio una delegazione di Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni, ha incontrato il sottosegretario Pier Paolo Baretta del Ministero dell’Economia e Finanze per sottoporgli alcuni problemi di rilevanza per le industrie associate tra cui per l’appunto la nuova e più alta ritenuta d’acconto dell’8%.

A seguito dell’incontro la Presidente di Finco Carla Tomasi ha scritto all’on. Baretta ribadendo i punti a cuore alla Federazione tra cui la tematica relativa all’innalzamento dal 4 all’8 % delle ritenute d’acconto sui bonifici bancari relativi ai lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, predisposta dall’Associazione Federata Anfit ma condivisa da tutti i soci Finco.

La missiva di Tomasi (clicca qui) riportava allegata anche una lettera della Presidente di Anfit Paola Tonini a ribadire la protesta contro la ritenuta dell’8% e la richiesta di un ritorno al più equo 4%.
“Già nel 2011 Anfit assieme alle associazioni di categoria – ha ricordato Tonini -si è battuta per la riduzione della ritenuta d’acconto sui bonifici bancari dal 10% al 4%. Anfit ritiene che quest’aumento sia un insostenibile drenaggio di liquidità per Aziende che hanno dimezzato il proprio reddito operativo, e pertanto chiede che la percentuale della ritenuta d’acconto sia confermata all’attuale 4% permettendo in questo modo alle Aziende di mantenere una liquidità sufficiente a non ridurre investimenti nei processi di innovazione tecnologica”.
(eb)