Il progetto MoMoWo - Women’s Creativity since The Modern Movement.Percorsi guidati a una selezione di architetture progettate da donne a Torino e una competizione internazionale sono le prime azioni, presentate nel quadro del Festival Architettura in città.
Creare un ponte fra le generazioni passate e future di donne architetto, ingegnere e designer, ma non solo. Il progetto MoMoWo – Women’s creativity since the Modern Movement, presentato nell’ambito del Festival Architettura in Città 2015, si propone di costituire un patrimonio e una rete di conoscenze e competenze a livello transnazionale capace di rafforzare i settori culturali e creativi e innescare nuove opportunità professionali per le donne, ma anche per gli uomini che siano disposti a lasciarsi coinvolgere dalla forza creativa del genere femminile, spesso trascurata e posta in secondo piano, ma molto più importante e diffusa di quanto non si pensi.
Il progetto MoMoWo durerà quattro anni ed è coordinato dal Politecnico di Torino, capofila di un partenariato composto da 7 università e Istituti di ricerca di 6 Paesi; il finanziamento, concesso nell’ambito del programma europeo Creative Europe – Culture sub-programme – Larger scale cooperation projects, ammonta a 2 milioni e 300 mila euro.
Il progetto mette al centro cultura e lavoro, intesi come strumenti per contribuire allo “sviluppo armonico” della comunità a livello europeo, con l’obiettivo di eliminare le diseguaglianze e mitigare così i conflitti sociali. Il progetto si focalizza sulle libere professioni, con particolare attenzione al mondo dell’architettura, dell’ingegneria civile, del design d’interni e di prodotto, dell’architettura del paesaggio e della pianificazione urbana perché rappresentano il punto nevralgico, il luogo dove il genere femminile – minoranza tradizionalmente discriminata e sottorappresentata – ha trovato maggiori difficoltà di affermazione.
Il punto di partenza di MoMoWo è il Movimento Moderno, cioè la stagione architettonica e costruttiva collocata tra le due guerre mondiali, tesa al rinnovamento dei caratteri, della progettazione e dei principi dell’architettura, dell’urbanistica e del design; si tratta infatti di un momento di grande fermento culturale ma anche di rottura a livello politico e sociale, tappa storica in cui le donne hanno conosciuto la loro prima emancipazione. Non si tratta di una pura indagine storica ma del tentativo di capire le ragioni delle difficoltà – ancora presenti – per il genere femminile ad affermarsi nel mondo del lavoro.
Il progetto vuole valorizzare l’esperienza delle “pioniere del Movimento Moderno” e creare un ponte fra le generazioni passate e future per lavorare sulla consapevolezza delle capacità e della creatività del genere femminile. Attraverso le specifiche attività del progetto si intende creare un patrimonio e una rete di conoscenze e competenze a livello transnazionale capace di rafforzare gli operatori culturali e creativi e innescare nuove opportunità professionali, anche oltre i termini del finanziamento europeo.
Le prime iniziative realizzate dal progetto, che ha preso avvio nell’ottobre dello scorso anno, hanno voluto da un lato stimolare la creatività su questa tematica, con una design competition internazionale per individuare il logo ufficiale del progetto, e dall’altro cercare di rendere più conosciuto al grande pubblico l’importante contributo delle donne nei settori dell’architettura e del design; sono nate così l’installazione W = Women – Le donne e la città: frammenti di un discorso architettonico in piazza Valdo Fusi per il Festival Architettura in Città e i percorsi guidati a una selezione di architetture progettate da donne in Torino, per far capire quanta ricchezza, spesso sconosciuta ai più, nasconde questa città.
In apertura la villa sul tetto dell’arch. Elena Neirotti, una realizzazione effettuata nell’area ex Ceat a Torino di cui Finestra si è occupata negli scorsi anni.
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