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Architettura verticale tra uffici, hotel e residenze: rifondare le città

Settima Conference sull’architettura verticale ieri a Milano presso la Fondazione Feltrinelli: una riflessione approfondita sulla progettazione dei grattacieli in funzione degli sviluppi urbani

Si è tenuta ieri presso la Fondazione Feltrinelli a Milano, una recente realizzazione di Herzog e De Meuron, la settima edizione di International Tall Buildings Conference organizzata dallo Iuav e moderata da Aldo Norsa professore Iuav. Argomento principale l’evoluzione dei grattacieli: oggi sono prevalentemente con funzioni terziarie ma il residenziale sta ritagliandosi una parte sempre più rilevante.

Una platea attenta e affollata ha accolto gli interventi introduttivi di Emilio Faroldi, professore del Politecnico di Milano e del rettore dell’Università Iuav Alberto Ferlenga che hanno delineato i grandi temi della Conference.

“Se penso – ha ricordato Faroldi – ai principali paradigmi oggi delle trasformazioni urbane ne emergono tre: il primo è quello del non consumo di suolo, il secondo è quello della sicurezza e il terzo è quello del rapporto con quello che sta intorno all’edificio col luogo”.

“E’ necessario che si torni a immaginare la città del futuro – ha sottolineato Alberto Ferlenga -. Una cosa che gli architetti hanno smesso di fare. Si è continuato ad andare avanti dal punto di vista delle tecnologie e dell’innovazione ma si è smarrita quella capacità di immaginare la città che gli architetti avevano fino agli anni 50-70 del secolo scorso. Chi oggi immagina la città del futuro sono piuttosto il cinema o i fumetti. Così uno degli aspetti maggiormente rilevanti è quello della rigenerazione della città”.

A seguire le case history italiane la torre UnipolSai (studio Open Project) a Bologna, la torre Libeskind a Milano City Life (studio Sbga e Redesco), il rinnovo della Torre GalFa a Milano (studio BG&K) e i due grattacieli di Torino (Il Palazzo delle Regione Piemonte e la torre la Banca Intesa San Paolo) a cura di Intesa San Paolo.

E’ stata poi la volta di due ospiti internazionali, lo studio Hok (Canary Warf con facciate Focchi) e Gmp Architekten (uno sguardo sui nuovi grattacieli in Cina). Ad Dario Sala della Honeywell il compito di chiudere la mattinata di lavoro parlando di Building management nell’era del digitale.

Il pomeriggio è stato appannaggio delle tecnologie dell’edificio tra cui ricordiamo l’intervento di Paolo Rigone (Politecnico di Milano) dedicato all’involucro, e si è chiuso con tre testimonianze di professionisti stranieri.

(as)