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Arrivano i vetromeri. Cambia l’industria di trasformazione del vetro e cambiano finestre e facciate vetrate

Già definiti "miracle polymers" sono stati scoperti dai laboratori dell’LBL, noto per i suoi studi avanzati sui sistemi finestrati. Lo sviluppo industriale avverrà grazie alla collaborazione con una multinazionale coreana

Immaginate un materiale perfettamente trasparente che è vetro e non è vetro, dalle caratteristiche termiche, fisiche, chimiche e meccaniche avanzate. Un materiale a basso punto di fusione (e quindi non richiedente forni di fusione ad elevata temperatura) e per di più producibile in grandi quantità grazie a linee di produzione ad alta cadenza. La scoperta è stata annunciata dal prof. Joe Seminara del Lawrence Berkely Laboratory nel corso di un’affollata conferenza stampa. L'LBL è filiazione del Department of Energy del Governo Usa ma è gestito dall'UCLA, l'Università della California.

Pensato inizialmente per gli schermi di computer, tablet, smartphone, il nuovo materiale che è stato denominato vitromero, neologismo fusione di vetro e di polimero, si è rivelato molto interessante per le applicazioni in edilizia e architettura, finestre e facciate continue anzitutto. Al tatto e alla vista le lastre di vitrimero si presentano esattamente come le tradizionali lastre di vetro. Tra l’altro Seminara ha rivelato che test sperimentali eseguiti sia all’LBL che in Corea del Sud hanno mostrato la perfetta applicabilità di monolastre di vitrometro in componenti finestrati. Spesse soli 8 mm, raggiungono una trasmittanza termica (che potremmo definire Ug) pari a 0,2 W/m2K senza ricorrere alle tradizionali tecnologie delle vetrate isolanti. Si assisterebbe così di colpo a una semplificazione della tecnologia delle vetrazioni, dei processi produttivi e naturalmente dei costi.

La nuova classe di materiali non cristallini è prossima ai vitrimeri, altri promettenti materiali polimerici già definiti “miracle polymer materials combining the properties of glass and plastic”. I vitrimeri possono essere formati, assemblati, riparati e riciclati come i vetri e stanno trovando interessanti applicazioni nell’aerospaziale, elettronica e automotive.

Tornando ai vitromeri, dopo la conclusione positiva dei test fisico-chimici e meccanici e delle prime applicazioni in edilizia (finestre e facciate vetrate), il prof. Seminara ha accennato a un primo avvio della produzione industriale delle lastre di vitromero che avverrà in Corea del Sud a cura di una nota multinazionale dell’elettronica.