Con l’ Emendamento A.S. 1586 all’articolo 19 della ddl Legge di Bilancio 2020 in discussione in Parlamento il pentastellato svolta definitivamente pagina anche se la cessione del credito e lo sconto immediato diventano oggetti da piattaforme digitali.
L’ articolo 10 con i commi 1, 2, 3 e 3-ter viene abrogato. Riacquistano efficacia gli articoli 14 e 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90. Tuttavia tutto ciò che è stato fatto finora in base all’articolo 10 resta valido.
E’ questo il senso forse più importante dell’ Emendamento A.S. 1586 all’articolo 19 della ddl Legge di Bilancio 2020 in discussione in Parlamento presentato dal sen. Gianni Pietro Girotto, esponente di primo piano del Movimento 5Stelle e presidente della 10.a Commissione Industria del Senato. Così il Movimento 5Stelle prende atto della fortissima opposizione nel paese a un provvedimento che, partito con le migliori intenzioni (far girare l’economia e favorire i consumi sopratutto dei ceti più deboli) si è rivelato nella pratica dannoso per le tante piccole e medie imprese del Sistema Casa, come più volte denunciato dall’autorità indipendente dell’Antitrust, favorendo solo i grandi operatori e le multiutility.
Nella nota che accompagna l’Emendamento (qui il testo) Girotto riconosce (l’aveva del resto già fatto in precedente, vedi news) che le misure contenute nell’ articolo 10 “orientate a favorire il più possibile l’adozione di interventi di efficienza energetica e riduzione del rischio sismico, hanno mostrato numerose criticità in fase applicativa, soprattutto rispetto alle piccole e medie imprese del settore. Alcune di esse hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), al fine di richiedere l’accertamento dell’illegittimità del citato articolo 10, per violazione della disciplina della concorrenza. L’AGCM stessa, in una segnalazione datata 17 giugno 2019 e inviata al Parlamento e al Governo, evidenziava la possibilità che le norme richiamate determinassero restrizioni alla concorrenza, favorendo solo le imprese di maggiori dimensioni — con il concreto rischio, dunque, che si venga a creare un regime di oligopolio. Infatti, solamente le grandi imprese risultano in grado di praticare gli sconti sul corrispettivo previsti dalla norma, potendo compensare i crediti d’imposta così acquisiti grazie all’elevata capienza fiscale da essi presentata. Per tale motivo, si propone l’abrogazione delle norme, per evitare il protrarsi del meccanismo distorsivo appena evidenziato”. Ora vediamo come verrà accolto in Parlamento l’Emendamento. Tuttavia non dovrebbero esserci …opposizioni.
In una diretta video (clicca qui) su Facebook un molto teso Girotto, da sempre sensibile ai temi ambientali, ha affrontato ieri sera il tema scottante dello sconto immediato in fattura grazie alla cessione del credito ecobonus aperto dall’ articolo 10 del Decreto Crescita.
“Pensiamo – ha detto il senatore pentastellato – che si possa introdurre un tetto minimo al di sotto del quale non sia possibile lo sconto in fattura in maniera da tutelare tutte le piccole imprese e gli artigiani. Stiamo dialogando con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Ragioneria dello Stato per individuare un soggetto pubblico obbligato ad assorbire dalle imprese i crediti da ecobonus girati dai clienti”. Due misure che saranno apprezzate da tutto il mondo delle pmi del settore. Tuttavia la cessione del credito (che già esisteva prima del Decreto Crescita) che favorisce i consumi in edilizia va facilitata e garantita. A tal riguardo Girotto afferma: “su indicazione delle associazioni degli artigiani come CNA e Confartigianato.., segnalo che vi sono già attivi soggetti privati di consulenza che hanno creato dei pacchetti e delle piattaforme digitali che mettono in dialogo chi offre crediti fiscali e chi desidera acquistarli. La filiera ha capito che se si organizza fa contenti tutti: consumatori, imprenditori, fornitori delle materie prime e dei smeilavorati..”
Grazie a queste piattaforme si chiude il cerchio attivano per di più le banche finora escluse per legge dal circuito della cessione del credito da ecobonus e sismabonus (aumenterebbe il debito dello Stato…). “Una volta chiusa la procedura della cessione del credito, le banche – afferma il presidente della 10.a Commissione Bilancio del Senato – possono entrare in gioco perché il credito ceduto diventa a tutti gli effetti un specie di cambiale che può essere scontata dalle banche”.
Nella ridda dei commenti su Facebook seguiti alla diffusione del video abbiamo colto quello di Angelo Artale, direttore di Finco che segnala: Bene l’introduzione della soglia minima e del soggetto pubblico obbligato a prendere credito. Molto costoso invece il terzo percorso”. E’ possibile che questo percorso sia costoso, almeno inizialmente. Tuttavia il settore dell’edilizia ha il dovere, a nostro avviso, di esplorare nuove strade come le piattaforme digitali aiutando adeguatamente picccole e microaziende. Come avrebbe pure il dovere di utilizzare mezzi più tradizionali come il credito al consumo, utilizzato pochissimo, mentre è pratica comune nei settori dei beni di largo conumo
a cura di Ennio Braicovich
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