Valutazioni discordanti delle due maggiori Confederazioni artigiana sull’annuncio di un ddl del M5S
Il ddl annunciato dal Movimento 5 Stelle (vedi news) per modificare l’articolo 10 del Decreto Crescita suscita reazioni diverse da parte delle due grandi Confederazioni, Confartigianato e CNA. Da un lato la dichiarazione di Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato che afferma “Apprezziamo iniziativa del Momento 5 Stelle” e dall’altra una nota non firmata apparsa sul sito di CNA e intitolata “L’abrogazione dello sconto in fattura unica strada percorribile”.
Secondo Giorgio Merletti i senatori del M5S “hanno compreso le difficoltà per le piccole imprese provocate dalla nuova norma e denunciate da Confartigianato. Il meccanismo dello sconto in fattura penalizza, escludendole dal mercato, le migliaia di piccole imprese del ‘sistema casa’. Ci auguriamo – sostiene Merletti – che il ddl predisposto dal Movimento 5 Stelle corregga in maniera sostanziale l’articolo 10 del Decreto Crescita sia per ristabilire condizione di corretta concorrenza nel mercato, sia per rilanciare l’economia del settore delle costruzioni, rilanciare i consumi e assicurare ai consumatori il diritto ad usufruire dell’incentivo”.
Per la CNA invece “finalmente ci si è accorti che l’articolo 10 del Decreto Crescita, che ha introdotto lo sconto in fattura per l’Ecobonus e il Sisma-bonus, rappresenta una jattura per artigiani e piccole imprese. Non esistono scorciatoie: l’unica soluzione è l’abrogazione della misura. Sulla base delle anticipazioni del testo, neanche il Ddl presentato in Senato dal Movimento 5 Stelle per modificare il meccanismo di utilizzo dello sconto appare adeguato a evitare che le imprese siano costrette ad anticipare un contributo pubblico, facendo da bancomat allo Stato. La CNA chiede al Parlamento di imboccare la strada dell’abrogazione al più presto”.
Che dire? Non sarebbe male se le due Confederazioni si parlassero tra di loro prima di agire ognuna per conto proprio proprio nel momento in cui i parlamentari di molti schieramenti (e non solo quelli del M5S) cominciano a sentire la pressione del mondo dell’edilizia. L’importante è riuscire a correggere profondamente l’articolo 10 o a cancellarlo del tutto, se modificarlo non si può, prima che faccia danni.
a cura di Ennio Braicovich
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