La Rete Professioni Tecniche: “Chiediamo con decisione al Governo di fare un passo indietro su questo punto”. Franco Fietta, Fondazione Inarcassa: “Il testo alimenta il caos normativo che danneggia imprese e professionisti”
L’articolo 26 del decreto Sostegni ter suscita ancora forti reazioni negative. Nota di cronaca: come anticipato ieri, il testo del decreto è in via di riscrittura, soprattutto all’articolo 26. Quello che limita fortemente la cessione del credito. E veniamo ai progettisti.
L’ articolo 26 alimenta il caos
Duro è Franco Fietta, presidente della Fondazione Inarcassa, che rappresenta oggi in Italia circa 170.000 ingegneri e architetti liberi professionisti. Dice: “Il testo alimenta il caos normativo che danneggia imprese e professionisti. Non ci si rende conto che in questo modo si alimenta solo il caos normativo che provoca danni alla ripresa economica del settore edilizio, crea incertezze per i professionisti e frena le famiglie a intervenire sulla propria abitazione. Noi pensiamo che insieme alla stretta contro le frodi, ci voglia un’azione contro gli istituti che alimentano queste situazioni. Notiamo ad esempio che i maggiori problemi si stanno verificando con i general contractor”.
General contractor sotto tiro
Perché “i general contractor che acquisiscono incarichi con soluzioni “chiavi in mano”, per poi gestire tutta la pratica in casa, sono un facile innesco per le frodi”.
E ancora: “Quale credibilità può avere agli occhi del contribuente un governo che prima incentiva gli interventi di risparmio energetico e messa in sicurezza degli immobili e poi fa marcia indietro? Se questo è un tentativo da parte del governo per smantellare progressivamente e a colpi di decreto-legge il superbonus, lo si dica subito”, conclude Fietta.
Sulla stessa lunghezza d’onda è la Rete Professioni Tecniche (RPT) , un’associazione che riunisce 9 Consigli nazionali di Ordini e Collegi professionali di area tecnica e scientifica.
Tentativi di scoraggiare i bonus
La Rete Professioni Tecniche esprime la propria forte preoccupazione sulle misure contenute nel testo: “Non è la prima volta che i professionisti tecnici assistono a questi tentativi di limitare o scoraggiare l’utilizzo di strumenti di assoluta efficacia come si sono rivelati il Superbonus 110% e gli altri bonus fiscali”. E punta il dito sui mancati controlli: “Comprendiamo perfettamente l’esigenza del Governo di evitare frodi e speculazioni. Tuttavia, riteniamo che gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione, in tempo reale, dell’Agenzia delle Entrate siano perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente”.
I mancati controlli
“In particolare, è senz’altro possibile incrociare questi dati con quelli relativi ai soggetti cedenti o cessionari dei crediti, che in caso di truffe sono società di recentissima costituzione, con capitali irrisori, senza bilanci depositati e senza dipendenti.
In sostanza, basterebbe potenziare i controlli, senza aumentare i carichi burocratici, ma semplicemente incrociando i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, degli elenchi degli Ordini e associazioni di categoria, dell’Anac e così via, in modo da poter immediatamente attenzionare, con opportuni alert, i casi ad alto rischio.
Per questo motivo, chiediamo con decisione al Governo di fare un passo indietro su questo punto, lasciando le possibilità attuali di cessione del credito”.
a cura di Ennio Braicovich
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere