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Highlights attualità. Basta proroghe al Superbonus, prosegue la transizione green

Mentre il DL 212 è sempre più vicino a una conversione in legge senza modifiche, si continua a parlare di Green Deal europeo e quindi del necessario efficientamento degli edifici. Tanti i fondi a disposizione delle Pmi ma le associazioni chiedono di più

Un’altra settimana intensa per il comparto edile e se da un lato pare che ormai non ci siano più molte speranze per quanti chiedevano modifiche al DL 212/2023, si stanno configurando diverse possibilità per le Pmi tra finanziamenti europei e incentivi a fondo perduto. Ecco una sintesi di questa settimana

 

Superbonus, un altro stop a proroghe. Si spera ancora nel Bonus barriere

Come alla Camera dei deputati, anche il Senato non ritiene di dover modificare il DL 212/2023. All’orizzonte non si prevede quindi alcun ritocco, confermando la linea già approvata ad oggi che vede negata qualsiasi forma di proroga o rinvio per il Superbonus. Per il Bonus barriere architettoniche al momento rimangono ancora esclusi completamente la sostituzione degli infissi, ma resta aperta l’ipotesi di modifica in un altro provvedimento, che contenga alcune correzioni sollecitate dalle associazioni di categoria.

Il voto in commissione Finanze del DL 212/2023 si dovrebbe concludere la prossima settimana. Il testo del decreto arriverà all’esame dell’Aula del Senato il 20 febbraio, per poi essere convertito in legge il 27 febbraio.

 

Case green, slitta a marzo la prossima tappa

La plenaria del Parlamento europeo che esaminerà l’accordo sulla EPBD si svolgerà nella settimana tra l’11 e il 14 marzo, e non a fine febbraio come ipotizzato.

Ricordiamo che rispetto al testo originario, nella bozza approvata dalla Commissione Itre del Parlamento europeo, il 15 gennaio scorso, sono state approvate indicazioni meno restrittive. Per azzerare le emissioni del parco immobiliare entro il 2050 saranno infatti i Paesi membri a dover fissare una curva di riduzione progressiva dei livelli di consumo del proprio parco immobiliare, e si farà riferimento al consumo medio di energia, e non più alla classe energetica degli edifici. Le modalità di finanziamento saranno invece definite in un successivo atto delegato, da approvare entro dodici mesi dall’entrata in vigore della EPBD.

 

Da Bei 12,2 miliardi nel 2023 per ripresa e transizione green

Con 89 operazioni firmate (pari a 12,2 miliardi di euro) per la ripresa economica e la transizione ecologica, l’Italia si configura come il primo Paese nel 2023 per finanziamenti del gruppo costituito dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) e dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei). Il Gruppo Bei ha svolto quindi un ruolo fondamentale per sostenere la crescita economica nel nostro paese, come emerso durante la presentazione dei risultati dell’attività in Italia nel 2023 della vicepresidente Gelsomina Vigliotti. 2,3 miliardi di euro sono andati a supportare l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese. Si tratta di volumi raddoppiati rispetto al 2022 e fondamentali per realizzare i due grandi obiettivi del Green Deal.

 

Come sostenere la transizione verso il Green Deal

Sul fronte dell’edilizia sostenibile, osservando il parco immobiliare italiano Federica Brancaccio (presidente di Ance) intervistata da Il Corriere della Sera, riflette sulla necessità di un super incentivo per accelerare la riduzione dell’impatto degli edifici esistenti, e arrivare a quota emissioni zero nel 2050. La transizione verso il Green Deal ha infatti un costo, serve di conseguenza un sostegno finanziario alle aziende per affrontare questa sfida, come un fondo europeo o un fondo statale. Brancaccio spiega che nel frattempo l’Associazione sta preparando le imprese a un percorso di decarbonizzazione, accompagnandole in un processo che prevede un radicale cambio di modello. “C’è un primo dato confortante evidenziato dal nostro centro studi -racconta-, le imprese sono preparate all’avvio di questo percorso, con un’elevata percentuale di aziende interessate e sensibili al tema. Tanto che l’81% delle aziende intervistate ha già avviato un pacchetto di azioni nell’ambito della sostenibilità”.

 

Le piccole e medie imprese che esportano sono ottimiste

Secondo un’indagine del centro studi Tagliacarne-Unioncamere, che ha coinvolto un campione di 2.500 imprese manifatturiere esportatrici tra i 5 e 499 addetti alla fine del 2023, un’azienda su due investirà entro il 2025 in tecnologie 4.0, processi ecosostenibili e formazione. Nonostante uno scenario geopolitico incerto, il sondaggio mette in luce l’ottimismo di queste: il 36% pensa di aumentare i ricavi, e il 19% di fare nuove assunzioni considerando il capitale umano prioritario. Le imprese sono inoltre propense a investire: il 45% lo farà in tecnologie 4.0 entro il 2025, e quasi la metà ha in programma di realizzare investimenti in processi e prodotti ecosostenibili nei prossimi due anni.

Quasi la metà delle aziende intervistate punta su qualità e prodotti su misura per competere, e una su cinque ritiene importante branding e Made in Italy.

Nell’ottica di affiancare le aziende nell’approccio ai mercati esteri, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) per il 2024 ha previsto uno stanziamento complessivo di 169,7 milioni di euro a sostegno dell’export.

 

PNRR, volano gli appalti delle province

Nei primi otto mesi 2023 sono raddoppiati gli appalti gestiti dalle province, per un importo di 7,4 miliardi contro i 3,9 annui pre-Covid. Lo dice il primo censimento dedicato a questo tema, realizzato da Sciamlab per l’Unione delle Province italiane.

L’analisi arriva in un momento reso cruciale. A questo boom hanno contribuito il PNRR, il fondo Next Generation Eu e il Piano nazionale per gli investimenti complementari finanziato con risorse nazionali. Ma le gare provinciali corrono soprattutto perché le stazioni appaltanti degli enti di area vasta hanno visto riconosciuto il loro ruolo di hub per le procedure degli enti locali del territorio.

 

Sviluppo aziendale e sostenibilità, fondi per le Pmi

Incentivi fino al 30% a fondo perduto dalla Regione Lombardia. Dal 7 febbraio sono stati attivati due sportelli per la concessione di agevolazioni alle Pmi che investono in piani di sviluppo aziendale finalizzati all’ammodernamento e all’ampliamento produttivo (con particolare riferimento al ricorso alle nuove tecnologie digitali), oltre che alla sostenibilità ambientale. Per quest’ultimo obiettivo gli incentivi riguardano gli investimenti dedicati all’efficientamento energetico degli impianti produttivi per favorire la riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi produttivi (riduzione dei consumi energetici, recupero di energia e/o la cattura dei gas serra dai cicli produttivi esistenti).