Normativa

Blocco norme EN. Altro urrà per Calenda

Sul blocco delle norme EN e l’interrogazione in merito dell’eurodeputato Carlo Calenda con richiesta di risposta scritta alla Commissione (vedi news) interviene, dopo Samuele Broglio (clicca qui), Michele Chemolli, imprenditore del settore porte tagliafuoco e normatore.
Calenda, partendo dal caso concreto della norma EN 13830 sulle facciate continue, ha sollevato il problema del blocco di tante norme EN del settore. Pare che siano circa 300 le norme EN che non riescono a essere pubblicate sulla OJEU, la Gazzetta Ufficiale europea, diventando così norme armonizzate. (EB)


Ho letto con interesse gli articoli che Guidafinestra pubblicato sul blocco della pubblicazione delle norme EN.

Anzitutto mi associo all’urrà di Samuele Broglio: è una grande novità che un eurodeputato italiano si interessi fattivamente dei “piccoli problemi” delle aziende in Europa. Va reso merito a Carlo Calenda per aver saputo interpretare il disagio delle aziende italiane che gli hanno chiesto di interessarsi del problema. Ora la questione è sul tavolo della Commissione Europea che, quanto meno, dovrà trovare il modo di argomentare le motivazioni che -nei fatti- mantengono, nutrono e fanno prosperare delle clamorose trade barriers continentali.

La scelta delle virgolette l’ho fatta perché in realtà quei “piccoli problemi” rappresentano uno scoglio enorme per chi vuole uscire dai confini nazionali e lavorare nel mercato europeo: il mondo delle porte interne, ancor più quello delle porte tagliafuoco interne, ha sentito profumo di marcatura CE fino a novembre 2019 ma la mancata pubblicazione in OJEU della EN 14351-2 ha fulminato i sogni dei produttori: se ne riparlerà tra 5 anni se va bene!
Non voglio ripercorrere qui la lunga storia della EN 1634-1, pubblicata per la prima volta nell’a.d. 2000 d.C. (è meglio essere precisi con le date), ma è evidente che un sistema normativo che impiega oltre 20 anni per giungere alla marcatura CE di un prodotto da costruzione, e quindi alla sua libera circolazione sul mercato Europeo, non funziona e va riformato.

Gli imprenditori devono metterci la faccia sul blocco norme EN

Voglio invece credere che, seppure con qualche aiutino da parte nostra, la congiunzione astrale ci potrebbe diventare favorevole; abbiamo messo insieme la Brexit, la nomina di un italiano (Stefano Calzolari) alla presidenza del CEN, un anno bisestile con tanto di venerdì 13 ed una devastante pandemia:

vuoi vedere che è venuto il momento di iniziare a credere nella democrazia rappresentativa? E che magari sarebbe una buona idea se iniziassimo a farci sentire in Italia ed in Europa, usando tutti i canali disponibili? Per quale motivo non dovremmo sfruttare la presenza di chi ci rappresenta nelle istituzioni tecniche, come UNI e CEN, o politiche come il Parlamento Italiano, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea? Perché non dovremmo partecipare alla stesura delle norme tecniche di settore? Perché non dovremmo essere attivi nelle associazioni imprenditoriali europee?

Chissenefrega del colore politico che si vuole attribuire ad un nostro rappresentante: ti abbiamo spedito a Roma oppure a Bruxelles per rappresentarci? Adesso ti diciamo quali sono i nostri problemi e tu devi far sentire la nostra voce! Lo ha fatto Carlo Calenda, che ha dimostrato una fortissima sensibilità nei confronti delle imprese, possono farlo i membri del CEN, i funzionari della Commissione Europea e le associazioni dei produttori.

Un urrà per Carlo Calenda. Ma soprattutto un urrà per gli imprenditori italiani che, stufi di subire supinamente lo sviluppo normativo, ci metteranno la faccia!

Michele Chemolli, San.Co – Zanini Porte S.p.A