Prende corpo la proposta del ministro Franceschini per un super bonus senza limiti di spesa rivolto a privati e condomini
Il bonus facciate 90% prende corpo e decolla, pur tra tante perplessità, sempre con il doveroso avviso ai lettori che si tratta di una bozza di articolo all’interno della bozza della Legge di Bilancio 2020 che dovrà passare al vaglio del Parlamento entro il 31 dicembre 2019. Ne avevamo dato conto a metà ottobre (vedi news) quando la proposta era stata comunicata via twitter dal ministro ai Beni culturale Dario Franceschini e confermata dal Governo in un primo briefing sulla finanziaria.
Il testo all’art. 25 della bozza della Legge di Bilancio intitolato (Bonus facciate) recita:
“1.1 Per le spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative agli interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici la detrazione dall’imposta lorda di cui al comma 1 è incrementata al 90 per cento. Non si applicano i limiti di spesa…”
Riprendendo il testo della proposta di legge la notizia Unicmi segnala che “il bonus facciate al 90% si inserisce sulla legislazione relativa al bonus ristrutturazioni (incentivato al 50%) ma differisce da esso oltre che per l’aliquota di detrazione molto più incentivante anche per l’eliminazione dei limiti massimi di spesa fissati in 96.000 euro ad intervento”. Evidenziando che la proposta dovrà passare attraverso le forche caudine delle Commissioni parlamentari e di Camera e Senato, l’associazione dell’involucro metallico mette in luce che: “intensificherà la propria attività istituzionale affinché il bonus facciate al 90% diventi Legge e dall’altra studierà a fondo il provvedimento”.
Crediamo che le opportunità che il Bonus facciate 90% offre al mondo dell’edilizia sono ampie purché non ci si limiti a una pittata di muri o a una ripresa di intonaco esterno. Questo provvedimento sarebbe antistorico se non prendesse in conto anche l’efficientamento energetico dell’involucro, serramenti e schermature compresi aggiungiamo noi. Se così non fosse sarebbe un puro intervento di …facciata.
Positivo il provvedimento anche per Finco, Federazione delle Imprese per le Costruzioni, (vedi news) particolarmente interessata al provvedimento in quanto accoglie una specifica Filiera dei Beni Culturali oltre che i settori dell’efficienza energetica “in facciata”, in particolare degli infissi e delle schermature solari rappresentati da Acmi, Anfit, Assites e Unicmi. E comprensibilmente sollecita ulteriori dettagli e chiarimenti.
Concorda queste posizioni l’ing. Valeria Erba, presidente di Anit, l’associazione nazionale dell’isolamento termico e acustico: “Interventi sulla pelle degli edifici che non contemplino la riqualificazione energetica degli edifici sarebbero vacui e non più comprensibili. Ben venga naturalmente il superbonus del 90% ma solo se si eseguono interventi che riducono le spese energetiche e l’impatto ambientale degli edifici. Certamente, c’è il problema degli edifici storici ma questi sono un numero limitato e, poi, essi sono già sottratti alle leggi energetiche”.
Osservazioni puntuali vengono dall’ing. Giovanni Tisi, consulente energetico ed esperto di serramenti: “Apprezzo quel passaggio ‘ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria‘. Quindi vengono ammessi tutti gli altri interventi, il che apre delle interessanti possibilità.
Rimane il problema di definire esattamente in che cosa consista la “facciata” che viene premiata con il superbonus. Mi par di capire che se tinteggio, ho diritto al bonus facciate 90%. Potrei rovesciare il concetto: potrei recuperare una facciata sostituendo tutti i serramenti (che sono una parte dell’involucro) e tinteggio la parte opaca. Posso porre in detrazione tutto al 90%?
Oppure se restauro le ringhiere, sostituisco le tende in facciata e tinteggio la facciata, tutto viene sussunto al 90%”
Certamente colpisce che non si accenni a un minimo di riqualificazione energetica. Insomma, il provvedimento del bonus facciate 90% è interessante ma va affinato. Altrimenti il rischio è il Far West.”
A queste interessanti riflessioni di Tisi possiamo aggiungere le nostre relative al caso di recupero o restauro delle facciate di edifici ampiamente vetrati che fanno parte del nostro territorio urbano, centri storici compresi fin dagli anni sessanta se non prima. Come, ad esempio, la spettacolare facciata continua del Palazzo dello Sport a Roma, opera di Marcello Piacentini e Pier Luigi Nervi, del 1958. Giustamente protetta dalle Belle arti. Dovremo, quindi, monitorare attentamente gli sviluppi in fase parlamentare delle discussioni e delle votazioni sulla proposta.
Immagine in alto: da Fazland
a cura di Ennio Braicovich
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