Positiva presa di posizione della Federazione delle Industrie per le Costruzioni in merito alla proposta del ministro Franceschini per un superbonus dedicato al rifacimento delle facciate degli edifici del paese però da armonizzare con gli interventi di efficienza energetica e sismica
Il Bonus Facciate al 90%, proposta del ministro ai Beni culturali Dario Franceschini lanciata qualche giorno fa, fa centro. L’idea di rendere bella l’Italia sta raccogliendo ampi consensi, ma anche qualche voce critica. Come quella di Rete Irene secondo cui essa, grazie al superincentivo, rischia di bloccare il mercato della ristrutturazione dei condomini ma anche la doverosa puntualizzazione di Ance, l’associazione dei costruttori edili, per la quale il Bonus facciate è positivo ma va plasmato in modo che non si trascurino i criteri di efficienza energetica e di sicurezza sismica. A rendere ancor più attraente la nuova detrazione è che, secondo notizie di stampa da verificare attentamente, non vi sarebbero limiti di spesa o di reddito.
Supporto alla proposta viene anche da Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni, che però attende di conoscerne i dettagli per un giudizio più preciso. La Federazione è particolarmente interessata al provvedimento in quanto accoglie una specifica Filiera dei Beni Culturali oltre che i settori dell’efficienza energetica “in facciata”, in particolare degli infissi e delle schermature solari rappresentati dalle Associazioni Acmi, Anfit, Assites e Unicmi. Del resto, proprio questo sito per primo aveva segnalato (vedi news) che il bonus facciate avrebbe potuto riverberarsi positivamente sui settori dei serramenti e delle schermature solari.
Il “Bonus facciate”, evidenzia una nota di Finco, potrebbe costituire non solo uno stimolo al miglioramento estetico delle città come anche dei comuni più piccoli e dei borghi storici (importante sarà il ruolo delle soprintendenze, quanto indispensabile sarà una revisione dei piani colore territoriali), ma anche e soprattutto un rilevante volano economico, incluse interessanti ricadute sul turismo.
“Restiamo comunque in attesa di vederne l’articolato per un giudizio più preciso: il condizionale è infatti d’obbligo perché per ora siamo a due righe riportate al punto 4 della Tabella III ( 1/13) del Documento programmatico di Bilancio 2020. Ciò anche per programmare i lavori – precisa la presidente Carla Tomasi – che scaturiranno da questo bonus, che naturalmente deve essere armonizzato con quelli relativi ad efficienza energetica e sismica (bene l’allargamento alla zona 3). Qualcuno li rimanderà nell’attesa, ma ben di più potrebbero essere coloro che ne inizieranno di nuovi in virtù di questa misura.”
Il piano di manutenzione delle infrastrutture e dei territori fa parte di una decennale strategia ritenuta prioritaria da Finco (“Legge Obiettivo no, Obiettivo Manutenzione sì”) ribadita in tutte le sedi, da ultimo con il progetto “Per un’Italia più bella e più sicura”, presentato nel tempo ai Presidenti del Consiglio Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte.
“Non possiamo, quindi, che guardare complessivamente con favore a questa iniziativa e del resto non potrebbe essere altrimenti perché sono agli atti le lettere in tal senso inviate all’allora (ed ora di nuovo) Ministro dei Beni culturali Franceschini ed è ancora registrato l’intervento con questa proposta di Innocenzo Cipolletta, membro del Comitato consultivo della nostra Federazione, in occasione del Convegno per il ventennale Finco nel 2015 a Milano.
Riteniamo molto positivo che il ministro Franceschini appena “rientrato” nel ruolo si sia speso per questa misura in attesa – per quanto concerne più da vicino il suo Dicastero – del piano di finanziamenti per la manutenzione, la conservazione ed il restauro dei Beni culturali tutelati – conclude Carla Tomasi”.
Foto: tratta dal sito di Ratti &C, società di termoisolamento delle facciate
a cura di Ennio Braicovich
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