Il deputato del Parlamento europeo solleva il problema del blocco di tante norme europee EN in una interrogazione scritta alla Commissione europea. Una iniziativa particolarmente apprezzabile
Carlo Calenda, noto politico italiano, già ministro dello Sviluppo economico, attualmente deputato del Parlamento europeo, ha formulato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione in cui solleva il problema del blocco di tante norme europee del settore costruzioni partendo dal caso concreto della norma sulle facciate continue EN 13830.
Il caso delle facciate continue non è isolato perché riguarda tanti prodotti del mondo delle costruzioni. Vedi il caso drammatico delle porte per interni che, dopo due decenni di lavori di normazione, hanno finalmente una normativa, la EN 14351-2, che da tre anni non riesce ad essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea come norma armonizzata (e quindi soggetta a marcatura CE). Purtroppo sono tante le norme bloccate, come denunciavamo qualche mese fa (vedi news): “Globalmente solo nel settore prodotti da costruzione fino a poco tempo fa erano 130 le norme in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Ora sono molto di più. Parrebbe, ma mancano cifre ufficiali della Commissione, che siano 280 le norme bloccate, la stragrande maggioranza appartenenti al settore costruzioni”.
L’interrogazione di Carlo Calenda
Carlo Calenda, che, uscito dal PD, ha fondato il movimento Azione, è sempre stato vicino al mondo dell’industria essendo stato due volte viceministro e una volta ministro dello Sviluppo economico. L’iniziativa risulta particolarmente apprezzabile in quanto è la prima volta, così ci risulta, che un parlamentare europeo interroghi la Commissione sul blocco delle norme europee che danneggia palesemente le aziende del mondo delle costruzioni ma anche il mondo della committenza pubblica e privata. Di fatto il blocco mette a repentaglio l’intero settore delle costruzioni per il semplice fatto – così abbiamo ricostruito, vedi news – che la Commissione (qui l’attuale Presidente della Commissione Ursula Van der Leyen è totalmente innocente) ha costruito nel tempo una macchina molto complessa che si inceppa continuamente ed è terrorizzata da possibili azioni di rivalsa della Corte di Giustizia europea.
Ecco l’interrogazione di Carlo Calenda, rinvenibile sul sito del Parlamento europeo qui:
Con la sentenza James Elliott C-613/14 del 27 ottobre 2016 la Corte di giustizia dell’Unione europea considera le norme armonizzate europee come parte integrante del diritto dell’Unione europea. La sentenza da un lato elimina le ambiguità relative all’obbligatorietà di adozione delle norme armonizzate, rischiando dall’altro di rallentare il processo di armonizzazione normativa gestito dagli organismi di normazione europea.
In particolare, con la sentenza C-613/14 le norme armonizzate europee devono rispettare i requisiti di completezza sotto il profilo tecnico e legale, creando un ulteriore fardello in capo alla Commissione europea, con conseguenti ritardi critici nell’elaborazione e condivisione degli atti delegati necessari all’armonizzazione normativa.
A tale riguardo, si chiede alla Commissione quanto segue:
1. per quanto riguarda le norme armonizzate sulle facciate continue, che rappresentano un chiaro esempio di particolare disfunzionalità, dal momento che la norma da seguire è del 2020 per quel che riguarda la progettazione, mentre per le prove pratiche vale ancora la norma del 2003, come sarà possibile ottenere la marcatura CE in linea con il 2020, tutelando ed uniformando le regole del mercato interno?
2. In considerazione della proposta di modifica del Regolamento Prodotti da Costruzione e dei tempi di emissione degli atti delegati, che bloccano la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea delle norme armonizzate, come intende la Commissione intervenire?
Ora non resta che attendere gli sviluppi.
Foto: tratta dal sito di Azione
a cura di Ennio Braicovich
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