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Highlights attualità. Carbon credits e strategie sostenibili

I crediti di carbonio sono degli standard di qualità ONU definiti in specifiche norme che potrebbero entrare in vigore dal prossimo anno. Di questo si sta parlando in questi giorni alla COP29 in Azerbaigian

Dai carbon credits alle emissioni di CO2, dai bonus ridotti al principio di cassa, dall’intelligenza artificiale alle strategie di business; cos’è successo questa settimana

Carbon credits per una strategia sostenibile

Dal prossimo anno potrebbero entrare in vigore le nuove norme sugli standard di qualità ONU sui carbon credits (crediti di carbonio). Il via libera è stato dato dai paesi che stanno partecipando alla COP29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in corso a Baku, capitale dell’Azerbaigian.

I crediti di carbonio consentono ai paesi o alle aziende di pagare per progetti in qualsiasi parte del pianeta che riducano le emissioni di CO2 o la rimuovano dall’atmosfera per compensare le proprie. Per le aziende l’obiettivo è quello di riuscire ad adattare il proprio modello di business rispetto alle nuove sfide legate al riscaldamento climatico, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile in Agenda 2030 e con gli obiettivi di decarbonizzazione dei propri prodotti, servizi e attività.

 

Per congelare i bonus casa vale il principio di cassa

Il disegno di legge di Bilancio, attualmente in discussione alla Camera, prevede per il 2025 un taglio dei bonus casa che saranno portati al 50% per redditi sotto i 75mila euro, salvo poche eccezioni, e mantenuti solo per le prime case. Per tutti i lavori su abitazioni diverse da quella di residenza, infatti, le aliquote torneranno al 36%.

Il ridimensionamento delle aliquote dei bonus edilizi spinge i contribuenti a considerare l’opportunità di anticipare al 2024 le spese detraibili. Molti si stanno quindi affrettando a pagare e a far eseguire i lavori, considerando che vale il cosiddetto principio di cassa. Questo significa che per congelare lo sconto è necessario effettuare il bonifico parlante entro la fine dell’anno, a prescindere dall’esecuzione dei lavori o dall’emissione della fattura. La data da considerare sarà quella di ordine del pagamento e non della sua materiale esecuzione da parte della banca.

 

L’intelligenza artificiale in chiave business

L’AI si è affermata come una presenza stabile nelle strategie di business, impattando il mondo aziendale in tanti modi (modelli, sistemi, processi, persone). Secondo l’AI Barometer, elaborato da Ey, il 77% dei dirigenti ha un’esperienza diretta con l’applicazione della nuova tecnologia mentre un’azienda su tre si prepara a investire nell’AI nell’arco dei prossimi dodici mesi per sfruttarne appieno le potenzialità. Tra le industry più sensibili in questa direzione vi sono i servizi finanziari, il settore immobiliare e quello del retail e dei prodotti consumer.

L’intelligenza artificiale è una risorsa soprattutto nelle funzioni di marketing, per la protezione dei dati e per l’assistenza ai dipendenti, così come nella governance e organizzazione.

Nella prima edizione della ricerca, che ha coinvolto oltre 4.700 professionisti di nove Paesi europei, di cui circa 530 impiegati in imprese italiane di diversi settori, l’Italia si posiziona fra le prime tre nazioni ad aver adottato l’AI, preceduta dalla Spagna e dalla Svizzera.