Pubblicata da qualche giorno la norma internazionale che aiuta a quantificare le emissioni di gas a effetto serra emesse da un prodotto durante l’intero ciclo di vita.
Importante passo nella determinazione della carbon footprint di un prodotto, ovvero la sua impronta di carbonio cioè la misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio, come spiega il Ministero dell’Ambiente sul suo sito.
Qualche giorno fa l’ente internazionale di normazione ISO ha pubblicato la norma ISO 14067: 2018 Greenhouse gases — Carbon footprint of products — Requirements and guidelines for quantification. Essa specifica i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione e il reporting della carbon footprint di un prodotto (in acronimo,CFP) in maniera coerente con gli standard internazionali sull’LCA- Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo di vita) ISO 14040 e ISO 14044.
La norma specifica i requisiti e le linee guida per la quantificazione di un CFP parziale. Il documento non si occupa di carbon offsetting (compensazione delle emissioni) e di comunicazioni e si riferisce a una solo categoria di impatto, il cambiamento climatico, e non tiene conto di altri fattori sociali, economici o altri impatti che possono nascere dal ciclo di vita di un prodotto.
La ISO 14067: 2018 (che costa la bellezza di 158 CHF sul sito dell’ISO) sostituisce la specifica tecnica UNI CEN ISO/TS 14067:2014 Gas ad effetto serra – Impronta climatica dei prodotti (Carbon footprint dei prodotti) – Requisiti e linee guida per la quantificazione e comunicazione.
Qui sotto potrete apprezzare le principali novità contenute nella norma e il suo utilizzo in un’intervista a Daniele Pernigotti, Convenor dell’ISO/TC 207/SC 7/WG 8 che ha redatto lo standard, concessa qualche mese fa al sito dell’UNI.
(eb)
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