I costi energetici dell’industria del vetro più che quadruplicati. Marcovecchio: “senza interventi la nostra competitività è compromessa e la nostra sopravvivenza corre gravi rischi”
Il caro-bollette colpisce l’industria del vetro italiana (seconda in Europa per volumi prodotti), che ha un consumo medio di gas naturale di oltre 1 miliardo di metri cubi l’anno (1,5% dei consumi nazionali) e un fabbisogno di energia elettrica di 3 TWh/anno (1% dei consumi nazionali) e che, in condizioni normali, contribuiscono per il 33% circa ai costi di produzione. Il boom dei prezzi dell’energia ostacola pesantemente la ripresa del comparto dopo lo shock causato dalla pandemia, mettendo in crisi un settore fiore all’ occhiello del Made in Italy.
Il grido di allarme lo lancia Assovetro, l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro aderente a Confindustria, che sottolinea come i costi energetici siano più che quadruplicati con ulteriori rischi di aumenti, vista la volatilità dei mercati del gas, dell’elettricità e della CO2.
“C’è sicuramente un problema geopolitico da affrontare – ha affermato Graziano Marcovecchio, Presidente di Assovetro – soprattutto a causa delle incertezze sugli approvvigionamenti di gas, per il quale l’Italia è dipendente dall’ estero per circa il 95%. Ma sono necessarie anche iniziative a livello nazionale sia sul mercato del gas naturale, per favorire una maggiore liquidità e abbassare il prezzo, sia sul mercato dell’energia elettrica, allo scopo di ridurre il gap con i paesi europei nostri competitor. Senza interventi la nostra competitività e la nostra sopravvivenza corrono gravi rischi. La nostra industria è tra le più esposte all’aggravio record dei costi energetici: le alte temperature di fusione – 1600°C – e l’impossibilità di spegnere gli impianti, pena danni irreversibili, ci rendono particolarmente esposti a quanto sta accadendo”.
Imprescindibile, nell’opinione di Assovetro, dare seguito alle dichiarazioni rese ieri dal premier Mario Draghi secondo cui per una soluzione al problema dei costi dell’energia “è difficile non invitare le aziende che hanno realizzato questi profitti” grazie all’impennata dei prezzi a contribuire “alla partecipazione dei i costi”. Occorre che tutti i soggetti, dal Governo agli attori principali della filiera dell’energia, cooperino per evitare di compromettere definitivamente l’industria nazionale.
L’industria italiana del vetro occupa circa 30.000 dipendenti diretti e altrettanti nell’indotto e si colloca, per volumi di produzione, al secondo posto in Europa e al primo per gli imballaggi; Assovetro riunisce 27 aziende di fabbricazione del vetro sulle 32 presenti in Italia, oltre a 41 aziende di trasformazione. Si tratta di un settore strategico per l’economia nazionale che interessa filiere fondamentali come farmaceutica, alimentare, costruzioni ed infrastrutture, automotive e trasporti, cosmetica, arredo, prodotti per la casa, vetro artistico, lampade. L’industria dei contenitori in vetro contribuisce inoltre alle performance italiane in economia circolare: nelle vetrerie viene utilizzato, infatti, quasi l’80% di vetro riciclato, con risparmi di materie prime ed energia.
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