Il GSE ha effettuato 14.400 verifiche nel triennio 2017-2019. Ad oggi sono stati conclusi 10.600 controlli, il 95% dei quali ha comportato la revoca degli incentivi per circa 600 milioni
Certificati bianchi? Ora potrebbero essere denominati certificati neri visti i risultati delle indagini del GSE-Gestore Servizi Energetici, autorità preposta all’emissione dei Titoli di Efficienza energetica, incentivi per il gli interventi di risparmio energetico, detti anche per l’appunto certificati bianchi. Tra gli interventi anche quelli del Conto Termico che prevedono l’installazione di infissi e di schermature solari.
Due terzi delle verifiche effettuate dal GSE nel triennio 2017-2019 hanno portato alla revoca degli incentivi per un controvalore economico di circa 600 milioni di euro. Si tratta di numeri di non poco conto visto che nel triennio citato le verifiche messe in atto sono state 14 400. Di queste ne sono state concluse 10600, il 95% delle quali si è concluso per l’appunto con esito “positivo”. Altre quasi 4 mila verifiche devono essere concluse.
Il risultato non è entusiasmante, diciamocelo pure. Stupisce la quota parte di interventi di certificati bianchi che sarebbero truffaldini. Di furbetti è pieno il paese. Che la quota di furbetti sia così elevata non convince proprio. Forse il GSE avrebbe dovuto controllare prima sul campo gli interventi magari a campione. Il vero limite è che il GSE ha effettuato per lungo tempo controlli solo cartolari senza mandare nemmeno un ingegnere sul campo. E questo è successo anche per il Conto Termico per gli infissi, salvo poi inviare revoche a tutto spiano che hanno danneggiato anche gli onesti. L’altra ipotesi è che siano mutate le regole di controllo del GSE nel corso del tempo.
Così dicono gli esperti della materia.
Ecco la nota stampa del GSE.
Il Gestore dei Servizi Energetici ha effettuato nel triennio 2017-2019 circa 14.400 verifiche relative a RVC standard (Richieste di Verifica e Certificazione dei risparmi). Delle 10.600 verifiche concluse, circa il 95% ha comportato la revoca degli incentivi per un controvalore economico di circa 600 milioni di euro.
In riferimento ai comunicati stampa diffusi da alcune Associazioni, relativamente all’attività di competenza del GSE, è importante rappresentare che proprio in ragione delle criticità relative ai meccanismi di incentivazione basati sulla mera autocertificazione, in particolare alle RVC Standard, già dal 2015, il GSE, in accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha avviato azioni che hanno portato all’abrogazione – con Decreto del 22 dicembre 2015 – delle schede standard 36E, 40E e 47E, all’intensificazione dei controlli in fase di qualifica e soprattutto, anche in collaborazione con la Guardia di Finanza, all’avvio di un numero consistente di verifiche sui progetti di efficienza che hanno beneficiato dei TEE.
In seguito, il Decreto dell’11 gennaio 2017 ha previsto il superamento delle schede standard, eliminando la possibilità di determinare i risparmi senza procedere ad alcuna misurazione diretta. Questa disposizione e la consistente revoca dei titoli riconosciuti per le schede standard, presentate ai sensi dei decreti precedenti, hanno generato la sensibile riduzione del numero di progetti presentati e del numero di TEE riconosciuti nel biennio 2018-2019.
Infine, in passato così come nei recenti incontri, il Gestore dei Servizi Energetici ha sollecitato le Associazioni a garantire il rispetto di un codice etico interno. E i recenti fatti accaduti in Veneto e nel Lazio – sempre sulle truffe ordite ai danni del GSE attraverso le schede standard – evidenziano quanto sia importante una collaborazione sinergica tra Associazioni e GSE, in cui ognuno faccia la sua parte, al fine di garantire il rispetto delle regole inerenti il meccanismo dei TEE e quindi la loro corretta applicazione.
a cura di Ennio Braicovich
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