Analizzate 4 milioni e mezzo di APE raccolte tra il 2016 e i 2019 attraverso il SIAPE, Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione energetica. Aumentano gli edifici ad elevate prestazioni energetiche ma gran parte degli immobili sono un colabrodo energetico. C’è tanto da fare.
La certificazione energetica degli edifici, obbligatoria per certi atti pubblici e privati, si sta rivelando nel corso del tempo un prezioso strumento di conoscenza e di monitoraggio dello stato del patrimonio immobiliare italiano ma anche di comprensione dell’evoluzione del sistema dell’efficienza energetica in edilizia. E’ utile anche al legislatore e naturalmente a tutti gli operatori interessati alla materia per comprendere se le misure di incentivazione fiscale stanno andando nella giusta direzione e si rivelano efficaci.
Un passo avanti nella conoscenza di questi meccanismi è rappresentato dal “Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici”, frutto della collaborazione dell’Enea con il CTI Comitato Termotecnico Italiano, che è stato presentato oggi. Esso fornisce una panoramica dell’implementazione della certificazione energetica del parco edilizio nazionale nel periodo 2016-2019, in particolare attraverso valutazioni approfondite delle caratteristiche costruttive e degli aspetti energetici degli immobili italiani, ricavati dagli Attestati di Prestazione Energetica (APE).
Il Rapporto evidenzia i miglioramenti ottenuti in termini di efficienza sul rendimento energetico del parco edilizio nazionale nel periodo 2016-2019 a mette in luce il lavoro da fare per riqualificare il patrimonio immobiliare italiano che resta immenso. Il che rappresenta un’opportunità straordinaria per i cittadini e per gli operatori dell’edilizia. E per la nostra economia.
Che cosa dice il Rapporto sulla certificazione energetica in edilizia?
Il rapporto, basato sull’analisi di oltre 4,5 milioni di attestati di prestazione energetica (APE) del periodo 2016-2019, di cui l’85% riguardanti immobili residenziali, rivela che:
–stanno aumentando gli edifici ad elevate prestazioni energetiche, che passano da circa il 7% al 10% del totale nel periodo 2016-2019, grazie al contributo di ristrutturazioni importanti e di nuove costruzioni;
-oltre il 60% del parco immobiliare italiano sia nelle classi energetiche meno efficienti (F-G), anche perché costruito principalmente tra il 1945 e il 1972;
-le nuove costruzioni rappresentano solo il 3,4% degli APE e di questi più del 90% sono ad elevate prestazioni energetiche (A4-B);
-il settore non residenziale, che pesa per il 15% sul totale degli APE, ricade per oltre il 50% degli attestati nelle classi energetiche intermedie (C-D-E) e per più del 10% in quelle più efficienti (A4-B).
Hanno detto
In occasione della presentazione del Rapporto il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli evidenzia che “la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati presenti nel nostro Paese è una delle priorità strategiche indicate nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030” e che ‘Italia deve accelerare il tasso di efficientamento energetico degli edifici grazie a iniziative come il Superbonus 110%.
Dal canto suo Federico Testa, presidente dell’Enea, ente in prima linea sul fronte dell’efficienza energetica, mette luce che “le informazioni contenute negli attestati, raccolte nei catasti regionali e provinciali che alimentano a loro volta il Sistema Informativo sugli APE (SIAPE), sono fondamentali per analizzare le prestazioni energetiche dell’intero patrimonio edilizio italiano”. E che” la certificazione energetica si pone come strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi in tema di efficienza energetica e il monitoraggio costante delle informazioni ottenute attraverso gli APE consente di sviluppare una pianificazione strategica in tema di riqualificazione, servizi e politiche energetiche”.
Ilaria Bertini, direttore del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’Enea, riflette invece sull’impatto economico degli interventi di riqualificazione energetica: “Essi hanno generato negli ultimi 10 anni circa 39 miliardi di euro di investimenti e 270 mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400 mila considerando anche l’indotto”. Ora “abbiamo a disposizione anche il Superbonus al 110% che persegue due obiettivi principali: rilanciare l’economia attraverso il comparto edilizio e migliorare le prestazioni energetiche del parco immobiliare. Il meccanismo ha ormai tutti i suoi tasselli al posto giusto e tutti i soggetti coinvolti – imprese, istituzioni, istituti di credito e la stessa Enea – sono già oltre lo start di partenza, senza ritardi o intoppi”, conclude rassicurante Bertini.
Per scaricare il Rapporto clicca qui
a cura di Ennio Braicovich
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