Da novembre si è assistito al progressivo blocco delle monetizzazioni dei crediti derivanti da bonus edilizi. Vediamo come e perché nelle parole di uno dei maggiori esperti del settore, l’ing. Giovanni Tisi che denuncia: Disastro in arrivo.
In tema di cessione dei crediti e di sconto in fattura, da novembre si sono susseguiti una serie di provvedimenti spesso contradditori che, come risultato finale, hanno portato al progressivo blocco delle operazioni di monetizzazione dei crediti assunti.
Cessione dei crediti, una modifica tira l’altra
Con le più nobili e giustificate motivazioni di contrasto alle truffe si è passati dalla necessità di visto di conformità per opere minori, poi rimosso, alla limitazione del numero delle possibili cessioni, poi successivamente edulcorato, modificato, allungato.
Ma il risultato pratico e tangibile è che, ad oggi, solo un numero minimo di proposte di cessione va in porto.
Sospesi i nuovi contratti
Quasi tutte le banche hanno sospeso i nuovi contratti comunque asseverati, le Poste hanno chiuso ogni possibilità di cessione di crediti acquisiti con sconto e per quegli stessi clienti beneficiari, ai quali in teoria offrono la possibilità di cessione, prevedono in ogni caso, anche per gli interventi più banali, che vi siano l’asseverazione tecnica ed il visto di conformità.
Cessione dei crediti quasi impossibile
Questo è un semplice dato di fatto: la cessione dei crediti sta diventando impossibile, a tutti i livelli.
Non sono in grado e non voglio entrare nel merito della catena di errori che sono stati commessi sull’argomento; per le valutazioni politiche c’è tempo (c’è sempre tempo per dire ‘Si doveva’); ma non c’è tempo, NON C’E’ PIU’ TEMPO per capire cosa rischia di succedere, per capire la portata del disastro che rischia di travolgere il mondo delle costruzioni.
Disastro in arrivo
Il blocco progressivo delle monetizzazioni dei crediti, A TUTTI I LIVELLI, rischia di innescare una emorragia di liquidità in tutta la catena, tanto più grave perché si viene a scontrare con un volume di fatturato in crescita esponenziale.
Il primo effetto è che molti operatori si stanno trovando il cassetto fiscale ingolfato di crediti ricevuti in cambio dello sconto in fattura praticato. Questo è un problema soprattutto per quelli che si erano abituati sin troppo bene con cessionari che valorizzavano il credito prima ancora che i lavori fossero finiti.
Verso la liquidità mancante
Da liquidità immediata si rischia di passare a liquidità mancante: utilizzare una ad una le 5 o 10 rate, anche ammesso di avere l’opportuna capienza, è sicuramente un bagno di sangue.
Ma questo potrebbe essere il minore dei mali, perché, in fondo, questi crediti fiscali fanno parte dell’attivo patrimoniale, sono un asset dell’azienda: certo non ci si paga i dipendenti ma rimangono comunque nella disponibilità.
Rischio clienti
Molto peggiore invece è il rischio che i clienti (clienti finali, imprese e general contractor), si trovino nella materiale impossibilità di onorare le scadenze previste sulle normali fatture di fornitura che abbiamo emesso per lavori che avrebbero ceduto in autonomia!
Quanti privati si sono decisi a effettuare i lavori solo perché certi di un immediato rientro delle somme spese e non hanno i mezzi per finire i lavori (o per finire di pagarli)? Quanti hanno sostenuto spese che non possono essere detratte per incapienza fiscale e che, pertanto, finiranno col perdere? Quante imprese, dopo le vacche grasse del 2021, quando bastava presentare un credito per vederselo riconosciuto, hanno avviato cantieri che non sono in grado di sostenere senza la tempestiva liquidazione dei primi stati di avanzamento?
Da mesi un progressivo blocco
La situazione non è ancora pienamente esplosa perché veniamo, come detto, da un anno di vacche grasse, con incassi anticipati che non si vedevano da anni. Rimane ancora sotto traccia perché non sono ancora molti i contratti di cessione esplicitamente rifiutati. La trafila è lunga, contorta: manca quello, serve questo. Il tempo passa ma nulla sembra ancora perduto.
Rovescio epocale?
Gli stessi termini di pagamento che i fornitori hanno concesso alle imprese ed ai general contractor contribuiscono a mascherare il problema: ma tutto questo sta per finire; il sistema ha potuto reggere un po’ di strozzature, un po’ di rallentamenti, ma NON PUO’ REGGERE il progressivo blocco a cui stiamo assistendo ormai da qualche mese.
Se aziende già impegnate per conto proprio con crediti non immediatamente esigibili, si trovano con RIBA insolute, con clienti finali che, con tutta la buona volontà, non hanno i mezzi per onorare i pagamenti previsti, si rischia un rovescio epocale.
Politica in confusione
E, al contrario, vediamo la politica impegnata a concedere 3 mesi in più alle villette, leggiamo di fantomatici ‘aumenti del 20%’ delle detrazioni e dei listini, leggiamo ogni mese di qualche correttivo che fa solo aumentare la confusione e quindi la prudenza del sistema bancario.
E, dalla parte dei clienti, ci si continua a beare del ‘tutto gratis’, dello ‘sconto immediato’, come unica condizione per decidere l’acquisto.
Una tempesta perfetta che si sta avvicinando e che non mi pare venga presa nel dovuto conto da chi dovrebbe farlo, nonostante i ripetuti appelli di molte organizzazioni.
Giovanni Tisi, GieffeTi Studio
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a cura di Ennio Braicovich
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