Le cessioni del credito orchestrate da SCK Group e Cilas, precedenti alle nuove disposizioni governative, rimangono intatte per tutto il backlog.
SCK Group rassicura i propri investitori circa gli obiettivi del Piano industriale 2022 2024 presentato in data 25 ottobre 2022 in quanto il backlog relativo agli interventi legati al superbonus 110% posto tra le assunzioni di piano rientra sostanzialmente nelle norme transitorie previste dal Decreto Legge 11/2023 che consentono la normale operatività delle cessioni del credito per tutti quegli interventi coperti da Cilas alla data di pubblicazione dello stesso Decreto in Gazzetta Ufficiale.
Tuttavia SCK Group, quotato sul sistema multilaterale di negoziazione Euronext Growth Milan, organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. tramite Sciuker Frames S.p.A., che ha costituito il primo polo di infissi e schermature solari dal design Made in Italy, comunica, alla luce delle recenti disposizioni normative in materia di 110, che SCK Group appoggia la posizione dell’Ance espressa questa mattina dal suo Presidente Federica Brancaccio che ritiene che così facendo “Si è deciso di affossare famiglie ed imprese in non si sa quale ragion di stato”.
“Eravamo già pronti ad uno scenario di riduzione della portata del 110 e ci troviamo d’accordo con quanto espresso dal Presidente dell’Ance riguardo l’ingiustificatezza di una tale accelerazione. In ogni caso, da un lato tutto il nostro backlog, essendo composto da cantieri già avviati e con Cilas presentate prima del 31 dicembre 2022, acquisisce ancora più valore in quanto rappresenta un tesoretto di cessioni del credito su cui la nuova normativa non interviene; anzi accelera liquidabilità e quindi execution”, commenta Marco Cipriano, Amministratore Delegato di SCK Group. “Resta un grande tema aperto: la Comunità Europea ha espresso molto chiaramente, attraverso la direttiva europea EPBD (Energy Performance Building Directive), gli obiettivi di efficientamento residenziale; pertanto, il presente intervento normativo da parte del Governo rappresenta un enorme passo indietro. Ci auguriamo che su tale decisione, per il bene del pianeta e per il valore del nostro patrimonio abitativo, il Governo possa tornare sulla strada della modernità ed ecosostenibilità.”
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