Il meeting ACMI, Associazione Costruttori Chiusure, fotografa un mercato desolante ma fissa le basi per il rilancio. Con molto coraggio ed entusiasmo a fronte di un mercato letteralmente franato
Si sono trovati a Desenzano, a fine gennaio, soci e amici di ACMI, l’Associazione dei Costruttori di Chiusure, per fare il bilancio di quanto realizzato e per porre le basi di un rilancio di mercato tanto atteso ma che è ancora a venire. Tutti uniti attorno a Vanni Tinti, presidente di una Associazione non grande ma che si impegna con coraggio e determinazione, a livello sia nazionale che internazionale, per dare dignità e prospettive di fiducia a un settore che è stato decimato dalla crisi. Con questo spirito Tinti ha aperto i lavori della giornata affermando che: “Il progetto ACMI è una sfida. La crisi sta mettendo a dura prova tutti noi. Sono continue le notizie di chiusure di aziende del settore. Nonostante questo clima poco felice, provo soddisfazione a ritrovarci qui in così numerosi. Il che ci dà anche la misura di quanto abbiamo realizzato ma è anche la misura delle responsabilità che abbiamo davanti”
Tre i punti su cui si è imperniato l’incontro: la contrattualistica, l’evoluzione normativa e l’analisi del mercato. In apertura l’apprezzato intervento di Angelo Artale, direttore generale di Finco, la Federazione delle Industrie fornitrici delle costruzioni, di cui Acmi è membro, che ha tratteggiato gli scopi della Federazione, le tante attività in cui è coinvolta e le modalità con cui essa aiuta le Associazioni che ne fanno parte. Un ruolo che diventa ancor più essenziale quando tutto il comparto, salvo rare eccezione, soffre.
Il dramma dei pagamenti
Uno dei problemi più cari a tutti gli operatori dell’edilizia, soprattutto in momenti come questi, è il “riuscire a farsi pagare”. Questo il nocciolo della prima relazione a cura di Antonio Gramuglia, responsabile del Comitato legale/commerciale, e dell’avv. Annalisa Callarelli che hanno presentato le bozze delle Linee Guida alla contrattualistica di impresa. Il volume di ACMI, una volta completato, vuole essere una guida di tipo giuridico e pratico per l’imprenditore in materia di negoziazione e di perfezionamento dei contratti commerciali. Si tratta, hanno sottolineato i due relatori, di uno studio pieno di suggerimenti di cui far tesoro per ridurre i rischi d’impresa.
Non è un rischio ma una certezza d’impresa il peso crescente della normativa che in chiave positiva potrebbe essere letto come opportunità di sviluppo, ricerca e marketing. Lo stato dell’arte della normativa di settore, le revisioni e l’evoluzione in corso è stato il tema affrontato da Mario Sanvito, esperto normatore e consulente tecnico Acmi. E’ stata una vera e propria galoppata tra le tante norme di prodotto e di processo che regolano l’ampio settore dei serramenti e chiusure. Fino alle prossime revisioni di norme come la UNI 11173, la UNI 10818 e la nuova UNI XXX XX (sulla posa, ancora senza numero) che riguarderanno anche i serramenti industriali e non solo quelli residenziali.
La promozione di ACMI e delle attività associative è stato il cuore dell’intervento di Antonio Ferraro del Comitato Marketing & Comunicazione secondo cui la maturità degli operatori ha fatto progressi lavorando tutti assieme in associazione. I nuovi soci sono attratti da quello che facciamo. La struttura ha mostrato di funzionare. Occorre creare eventi che siano in grado di intercettare i bisogni del settore”. Da qui l’idea di aderire a R+T, la fiera di Stoccarda di fine febbraio con 8 aziende attorno allo stand associativo. “E’un impulso e un sostegno alle aziende e un incoraggiamento verso i mercati esteri”.
Ha chiuso la giornata Nicola Fornarelli del Comitato Europa tracciando un quadro di ampio respiro del mercato delle costruzioni in Europa e delle chiusure tecniche in Italia, tra consuntivo 2014 e previsioni 2015-17. In grande sintesi, Fornarelli ha così descritto quanto successo in questo ultimi 6-7 anni e i compiti per il futuro: “La grande svolta di questi anni è stata la dominanza acquisita dalla ristrutturazione e le nostre organizzazioni tecnico-commerciali devono organizzarsi e adeguarsi di conseguenza. E anche i venditori devono cambiare”. Un mercato che è crollato del 60% in dieci anni e che, parola di Fornarelli, è destinato ancora a calare nei prezzi unitari di prodotto.
(eb)
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