Posa della prima pietra per China-EU Future City il nuovo polo urbano di Shenzen in Cina con masterplan di Progetto CMR
Si è tenuta lo scorso 17 giugno la cerimonia di posa della prima pietra della “China-EU Future City”, il nuovo polo urbano di 4 km² disegnato dalla società di progettazione integrata Progetto CMR che sorgerà nella città cinese di Shenzhen, nel distretto di Longgang.
La società italiana guidata dall’arch. Massimo Roj si è infatti aggiudicata la progettazione di uno dei primissimi distretti a bassa emissione di anidride carbonica in Cina, fortemente voluto dal governo locale di Shenzhen che ha fatto dello sviluppo sostenibile una delle massime priorità della sua agenda politica.
Il progetto, promosso dal gruppo di investimenti tedesco Euro Sino Invest, si sviluppa in quattro fasi consecutive e vuole essere un’avanzata piattaforma di scambi di tecnologie e ricerca tra aziende europee e cinesi, che troveranno qui a Longgang una location ideale per sviluppare e condividere le loro attività di R&D in settori quali la medicina, scienza, informatica e meccanica.
Il progetto della “China-EU Future City” nasce infatti sotto l’egida della “Partnership sull’Urbanizzazione” firmata dal governo cinese ed europeo nel 2012, con l’obiettivo di costruire un ponte tra le due realtà, per facilitare e promuovere uno scambio permanente di risorse e competenze specialmente nell’ottica di uno sviluppo urbano sostenibile.
Forme moderne, lineari e armoniose caratterizzano l’intero masterplan, rafforzando il suo carattere moderno e tecnologico. La prima fase del progetto, ufficialmente avviata con la cerimonia della scorsa settimana, prevede la realizzazione del nucleo di Huan De Town, in cui saranno concentrate strutture operative per attività di ricerca, formazione, seminari e servizi ulteriori, oltre alle residenze, per semplificare l’accesso alle aziende europee interessate a investire. Nelle tre fasi successive, la città si arricchirà progressivamente di nuove funzioni, come un centro di produzione e uffici per la cosiddetta industria 4.0, con un focus particolare su settori quali l’IT, materiali all’avanguardia e impianti avanzati, e un centro di prim’ordine interamente dedicato alla medicina e alla scienza. Il tutto poi supportato da un “Sustainable Urban Park”, un parco urbano sostenibile per le aree residenziali, commerciali e produttive.
Nonostante le dimensioni del progetto, l’obiettivo finale perseguito dal team di Progetto CMR è fin dall’inizio quello di creare degli spazi vivibili e “a misura d’uomo”. Tutto è stato studiato per arrivare ad un risultato che sia a scala umana, dalla corretta disposizione degli edifici all’analisi della viabilità, senza trascurare gli spazi per l’aggregazione sociale e le aree verdi. Queste ultime in particolare assumono grande rilevanza, in quanto fungono anche da “corridoi” naturali che separano idealmente le diverse zone del distretto, come ad esempio le due grandi direttrici verdi nord-sud ed est-ovest che attraversano l’area del progetto.
La componente “green” del masterplan non ha solo valenza estetica, ma serve anche dei precisi obiettivi di sostenibilità ambientale. A questo proposito, dopo un’attenta analisi delle condizioni climatiche di Shenzhen, caratterizzata da un clima tipicamente monsonico, già dalle fasi preliminari del design è previsto l’utilizzo di tecnologie per il recupero dell’acqua piovana e dell’energia geotermica, di pannelli fotovoltaici sugli edifici e di altri sistemi attivi e passivi che riducono sensibilmente il consumo energetico complessivo.
“Sono molto soddisfatto di questo lavoro – afferma l’ad di Progetto CMR, l’arch Massimo Roj – non solo per gli interessanti aspetti architettonici ma anche, e soprattutto, per il segnale forte che da: un esempio di sviluppo urbano sostenibile e a misura d’uomo, fortemente improntato alla ricerca tecnologica e agli scambi bilaterali, che può essere preso come riferimento nel percorso verso la crescita a basso impatto ambientale ed economico intrapreso dalla Cina negli ultimi anni”.
Per ulteriori approfondimenti vedi l'intervista a Massimo Roj pubblicato su Finestra 420.
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