Non basta scegliere un triplo vetro per ottenere il massimo isolamento termico. È necessario, infatti, stabilire un equilibrio tra materiali e le loro prestazioni
Continua la rubrica dedicata ai cantieri, che lascia la parola a chi li vive ogni giorno da anni ed è riuscito a farsi un nome nel settore!
L’autore è William Bisacchi (serramentista con oltre 30 anni di esperienza) ed è il protagonista di una nuova rubrica sulla rivista Nuova Finestra in cui scrive di cantieri particolarmente difficili che ha avuto modo di seguire e di come siano stati ottenuti brillanti risultati grazie anche alla scelta dei giusti serramenti. E qui sul sito guidafinestra.it li racconta attraverso video dedicati, corredati di foto e dettagli interessanti che potrebbero essere particolarmente utili per i colleghi. Ogni mese un cantiere, ogni cantiere una storia, ogni storia una problematica da risolvere, ogni problematica risolta un risultato eccellente.
In questo progetto di un’abitazione privata in provincia di Forlì – Cesena, l’architetto ha richiesto la massimizzazione della prestazione termica dell’involucro e si sa, in questo caso, gli infissi e complementi giocano un ruolo importante.
Isolamento termico: la scelta del vetro
Come sempre si parte dal vetro e per ottenere un grande isolamento termico e la scelta è ricaduta su un vetro triplo con canaline da 16 mm che garantisse l’ottenimento della massima prestazione, ovvero 0.5W/m2K. Tale prestazione è stata frutto sia del doppio basso emissivo ad alte prestazioni in faccia 2 e in faccia 5 sia dall’utilizzo di Gas Argon al 90% al posto dell’aria che permette un guadagno di performance fino al 30%, e, in questo caso, senza argon il risultato sarebbe stato inferiore, ottenendo solo 0,7 W/m2K. Quando si cercano le massime prestazioni, l’equilibrio è fondamentale, non sono ammessi punti deboli perché si trasformerebbero in ponti termici con un altissimo rischio di condensa. In questo caso, il punto debole principale del vetro è la canalina e per portarla al livello delle prestazioni scelte occorre scegliere la migliore presente sul mercato, non basta una canalina in acciaio, ne occorre, infatti, una con un PSI vicino o uguale a 0,030.
La scelta degli infissi
Dopo aver scelto il vetro si passa agli infissi. La committente voleva internamente il calore del legno ma esternamente qualcosa di resistente e che non necessitasse di manutenzione. William Bisacchi e la sua squadra ha mostrato sia soluzioni in legno-alluminio che alluminio-legno e su suggerimento dell’architetto, la scelta è ricaduta su quest’ultima soluzione perché il design con taglio a 45° si sposava meglio con l’impronta di stile che si voleva intraprendere. L’alluminio-legno è di fatto un serramento in alluminio con una piccola parte di legno interna, per questo tipo di soluzione è fondamentale che vi sia un taglio termico nella parte in alluminio altrimenti si formerà condensa e muffa tra i due materiali. Con il taglio termico dell’alluminio, più il taglio termico naturale tra alluminio e legno abbiamo ottenuto ottime prestazioni termiche (0.9W/mqK) come desiderato e allo stesso tempo una grande resistenza meccanica mantenendo profilati con sezione in vista contenute. Nel sottotetto erano presenti anche degli infissi trapezoidali, la soluzione scelta rendeva possibile anche l’esecuzione di infissi con uno o più lati obliqui come necessitava questa abitazione.
Le predisposizioni
Come sappiamo l’equilibrio è fondamentale. Non potremo parlarne se degli ottimi infissi come quelli che abbiamo appena visto fossero installati su di un controtelaio non isolato o ancor peggio su un controtelaio metallico. Lo stesso vale per le soglie e i davanzali in marmo: occorrevano, infatti, soluzioni che massimizzassero l’isolamento e i ponti termici. Tutti i controtelai sono stati eseguiti con un sistema a monoblocco su 4 lati, lo spessore scelto è 85 mm, in modo da garantire un’ottima attenuazione dei ponti termici e una buona consistenza. Esternamente erano previste delle persiane e per poterle fissare su cappotto è stato annegato un morale di legno lamellare 60×60, successivamente staffato saldamente alla muratura. È importante che il legno sia rivestito da un paio di centimetri di EPS in modo che non prenda umidità e non fessuri nel tempo.
William addotta questa soluzione da almeno un decennio e oltre a dargli una grande libertà di posizionamento cardini/chiusure non ha mai dato problemi. Esistono anche soluzioni con il cardine “femmina” inserito nel monoblocco ma non ha mai dato soddisfazione questa soluzione troppo vincolata a una precisione di posizionamento poco attuabile in un cantiere edile reale. La parte inferiore è stata curata con un sottobancale termico con integrato il quarto lato. Questo, aveva già la pendenza predefinita per il bancale, agevolando il compito all’impresa edile che ha successivamente posizionato le soglie e i bancali. Sempre per garantire l’equilibrio è fondamentale l’isolamento del sottobancale. Nel progetto, inoltre, erano previste delle inferriate fisse e delle inferriate apribili a pacchetto, il progettista voleva che queste ultime non venissero inserite ma il cliente le desiderava. Il problema è stato così aggirato: per le inferriate fisse hanno annegato nel monoblocco un murale in legno che una volta fissata l’inferriata veniva trapassato dai tasselli antiscippo per inserirsi fino alla muratura principale. È stato poi creato un cassonetto tipo scrigno per le inferriate a pacchetto e siccome il cassonetto era in lamiera zincata e quindi pessimo dal punto di vista termico è stata isolata la parte rivolta verso l’interno della stanza con dell’EPS in modo da mitigare il ponte termico. Dalla parte esterna invece è stato staffato alla muratura portante per poter dare solidità e sicurezza alla struttura.
Isolamento termico ed efficienza energetica
Questi concetti sono simili ma non sono esattamente la stessa cosa: l’isolamento termico indica che l’involucro è isolato termicamente, quindi ostacola la fuoriuscita della temperatura interna verso l’esterno, il caldo in inverno e il fresco in estate; l’efficienza energetica è parla sia di isolamento ma anche di impiantistica e ci riguarda direttamente quando indica l’irraggiamento solare, sia nel prevenirlo che nel sfruttarlo. Possiamo, infatti, creare una casa con isolamento termico alto ma se l’efficienza energetica che riguarda l’irraggiamento solare non è stata curata, in quella casa si vivrà male. Lo stesso discorso vale se in quella casa si installerà un impianto di riscaldamento/raffrescamento non adeguato. Ancora una volta l’equilibrio è protagonista. Come si ottiene la massima efficienza energetica per l’irraggiamento solare? Con un sistema che ci permette di regolare l’apporto solare in funzione delle necessità, in inverno si fa entrare più energia possibile per riscaldare gli ambienti senza nessun costo e in estate si sta attenti a non surriscaldarli regolando al minimo l’energia entrante.
Le migliori soluzioni per ottenere questo risultato sono i frangisole mobili o le persiane a lamelle orientabili. In questo cantiere abbiamo scelto le persiane perché meglio si sposavano con lo stile dell’abitazione. Sono state installate soluzioni a battenti per la maggior parte delle stanze tranne la cucina in cui sarebbe stata difficoltosa l’apertura, era infatti prevista la cucina stessa appoggiata sotto alla finestra, così è stata suggerita una soluzione scorrevole motorizzata che rendeva facile apertura e chiusura.
L’importanza dell’equilibrio per l’isolamento termico
Come abbiamo visto per ottenere il massimo isolamento termico non basta scegliere un vetro triplo. Certo questo può essere il primo passo, ma occorre scegliere ogni elemento con equilibrio e non concentrarsi solo sul freddo. Infatti è importante valutare anche il caldo, che nella nostra bellissima e soleggiata penisola ci accompagna mediamente per 3 – 4 mesi all’anno!
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