Si discute ancora del DL 11, in primo piano oggi le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate che parla di possibile risoluzione dei crediti incagliati
Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, durante un’audizione alla commissione Finanze della Camera riguardo al DL 11, ha portato dei numeri rassicuranti che fanno sperare in una progressiva ma possibile risoluzione dei crediti incagliati.
«Si può ragionevolmente ritenere che le rate annuali dei crediti in capo alle imprese del settore delle costruzioni, potrebbero essere assorbite dal sistema bancario e assicurativo». Secondo Ruffini banche e assicurazioni sono in grado di assorbire i crediti di Bonus e Superbonus per 17,4 miliardi nel 2023, per 17,1 miliardi all’anno dal 2024 al 2026 e per 26,2 miliardi all’anno dal 2027 al 2031.
Non è vero quindi che le banche hanno esaurito la capienza? Secondo Ruffini no, o per lo meno potrebbe essere così solo per qualche singolo istituto ma non il sistema bancario nel suo complesso e nemmeno per le assicurazioni per le quali c’è ancora ampio margine di manovra.
“Per il sistema bancario risulta una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi di euro su base annua”. Di fatto “è stato rilevato che alcune banche hanno sostanzialmente esaurito la capienza fiscale, mentre altre avrebbero ancora ampi margini per ulteriori operazioni”. Con un ragionamento simile Ruffini ha parlato anche di assicurazioni che avrebbero “una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per 10,2 miliardi di euro su base annua”. Per un totale quindi di 17,4 miliardi per quest’anno.
Oltre a meditare su una possibile risoluzione dei crediti incagliati, pare che il Governo sia al lavoro anche per inserire alcune importanti deroghe e modifiche al DL 11 prima del passaggio al Senato e definitiva trasformazione in legge.
Le deroghe su cui si pensa si concentrerà l’attenzione sono quelle relative a sismabonus, case popolari e onlus. E probabilmente una modifica sulle tempistiche e sulla definizione di inizio lavori.
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