Il DECRETO-LEGGE 18 novembre 2022, n. 176 Misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica è apparso in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore ieri 19 novembre. Ora è già passato all’esame del Senato. Contiene tanti aiuti per famiglie e imprese ma anche il ridimensionamento del Superbonus.
C’è chi lo chiama Decreto Aiuti-quater, ed è la maggior parte della stampa, e chi lo chiama Decreto Energia. Quest’ultima è la denominazione scelta dal Governo nel suo sito, forse per smarcarsi dalla sequela dei tre Decreti Aiuti di marca Draghi. Un titolo comprensibile perché il Decreto inizia con sette articoli del Capo I recante Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti. Il provvedimento è apparso in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore sabato 19 novembre. Ora è passato all’esame del Parlamento.
Decreto Aiuti-quater, tanti aiuti energetici
Ovviamente si tratta di articoli importantissimi perché prorogano fino al 31 dicembre 2022 il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese e delle attività come bar, ristoranti ed esercizi commerciali per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Si proroga fino al 31 dicembre 2022 lo sconto fiscale sulle accise della benzina e del diesel, che conferma il taglio di 30,5 centesimi al litro (considerato anche l’effetto sull’Iva).
Rateizzazione dei costi energetici
Ora le imprese possono richiedere ai fornitori la rateizzazione, per un massimo di 36 rate mensili, degli importi dovuti relativi alla componente energetica di elettricità e gas naturale per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023. Il provvedimento contiene anche misure per l’incremento della produzione di gas naturale.
Decreto Aiuti-quater taglia il Superbonus
Il Superbonus, vedi articolo 9 del provvedimento, passa immediatamente dal 110% al 90% per le spese sostenute nel 2023, come preannunciato qui. In compenso l’agevolazione viene estesa ai proprietari di villette per tutto il 2023 a condizione che si tratti di prima casa e che il loro reddito sia inferiore a 15mila euro tenendo conto della numerosità familiare, come riportato nella Tabella 1 del decreto. Altro sostegno per i proprietari delle villette unifamiliari con SAL 30% entro il 30 settembre 2022 è che potranno godere del 110% fino al 31 marzo 2023.
Addio al 110%, viva il 90%
Al di là di questi sostegni, è evidente che l’insieme di queste misure tende a spegnere gli entusiasmi per il Superbonus così come l’abbiamo conosciuto. Una misura straordinaria lanciata nel periodo peggiore per il Paese dal dopoguerra – eravamo in piena pandemia – che, con molte pecche, ha rilanciato alla grande l’economia. Ora si tratta di cambiare approccio. Non dimentichiamo l’estrema generosità della misura. Il 90% non è per niente poca cosa. Se si offrisse a tutti gli italiani di ottenere un qualsiasi bene o servizio pagandolo solo il 10%, tutti aderirebbero con entusiasmo alla proposta. Ne siamo certi. Va anche detto che il limite dei 15mila per i proprietari delle unifamiliari è nettamente migliorabile. A questo livello di reddito si rischia di far poco o niente.
Infine, dal Governo ci attendiamo delle misure serie per disincagliare i crediti da bonus edilizi bloccati da banche e poste. E di questo non abbiamo visto ancora traccia.
a cura di Ennio Braicovich
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