"Se vogliamo DAVVERO limitare gli eccessi e non colpire alla cieca tutto il settore, basterebbe escludere l’ultimo decile, l’ultimo quartile, ovvero tagliando le code del 10% o del 25% più cari'. Sono dati facili da reperire, di base storica e territoriale ben consolidata, che ENEA può produrre immediatamente...!
Sul decreto prezzi serramenti, termine sommamente ingiusto ma concreto, interviene nuovamente l’esperto ing. Giovanni Tisi. Il decreto è complmentare al provvedimento dell’ecobonus 110% ma influisce su tutti i lavori di riqualificazione edilizia agevolati fiscalmente.
L’imminente decreto prezzi del MISE sta per introdurre limiti alla detrazione delle spese per efficientamento energetico, basati grossolanamente su un ‘valore al metro quadro’ che, come abbiamo già avuto modo di commentare, fa strame di tutte le specificità dei prodotti che con tanta cura e tanto impegno siamo andati sviluppando nel tempo. Promuove una cultura dirigista per la quale se non è ‘uguale’, uguagliamolo… Ma di questo abbiamo già scritto.
Vediamo invece di confrontarci nel merito: 550 o 650 euro al metro quadro, possono bastare?
Sicuramente si, per certi prodotti, in certe installazioni, in molti contesti. Sicuramente no, per altri prodotti (materiali, movimentazioni, geometrie), per certe prestazioni (acustica in primis), per certi contesti di pregio.
Nessuno vuole che Pantalone paghi gli stravizi di pochi che se lo possono permettere, questo sia chiaro.
Però, ricordiamoci che siamo in presenza di un mercato, un mercato funzionante, con una pluralità di attori ciascuno con le sue condizioni: il Cliente finale, per questi interventi sborsa il 100% del pattuito, sulla base di un accordo con lo Stato che gliene restituirà, con calma, il 50%: vedere il rischio di sovrafatturazioni in operazioni simili mi pare abbastanza azzardato.
Qui non siamo in presenza del 90 o del 110%; non siamo all’assurdo per il quale ‘Tu scegli che io pago’, che predispone naturalmente al rischio di portare a scegliere sempre e solo ‘il meglio’, anche quando non fosse necessario.
Qui, salvo smentita, siamo nella condizione di non voler incentivare le maniglie d’oro, di non voler strapagare interventi che poco o nulla hanno a che fare con il risparmio energetico e nemmeno con il recupero del patrimonio edilizio.
Se questo è il punto, il limite indicato nel Decreto è sbagliato. Basta prendere i dati ENEA 2018 (clicca qui) per vedere che si intende incentivare pienamente solo gli interventi più scarsi della media (media nazionale 640 euro / mq), quindi si vuole ‘livellare al ribasso’ , con buona pace di tutti gli operatori che hanno provato sin qui a distinguersi offrendo prodotti migliori, servizi migliori, assistenza migliore.
Cosa c’è dietro il decreto prezzi?
Se vogliamo DAVVERO limitare gli eccessi e non colpire alla cieca tutto il settore, basterebbe escludere l’ultimo decile, l’ultimo quartile, ovvero tagliando le code del 10% o del 25% più cari’. Sono dati facili da reperire, di base storica e territoriale ben consolidata, che ENEA può produrre immediatamente e immediatamente e che possono essere utilizzati per evitare che i molti poveri paghino per i pochi ricchi.
Se invece l’intento è altro, lo si dichiari. Se per qualcuno ‘Ai serramenti abbiamo già dato abbastanza’, lo si scriva e lo si attui.
Lo si scriva e lo si attui tenendo ben presente che il settore viene da 3 mesi di lockdown e da due mesi di furiosi e inutili lavori di preventivazione col miraggio del ‘Tanto paga Lui’; adesso andare a spiegare al Cliente che ‘Lui non paga più nemmeno il 50%’ che ‘Il cassonetto lasciamolo cosi, sennò non ci sto’, che ‘Il vetro da 40dB non rientra’, vuol dire fermare tutto per altri lunghi mesi. Esattamente quello che NON serve per un Rilancio.
ing. Giovanni Tisi
a cura di EB
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