In una comunicazione ai soci Finco rende nota l’audizione del ministro Delrio alla VIII commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati. Avvenuta il 28 settembre 2017 è stata resa nota solo ieri. Delrio su ecobonus, bonus casa e sisma bonus esprime posizioni largamente condivisibili
Solo ieri è stata resa nota l’audizione alla VIII commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati del ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio avvenuta il 28 settembre (vedi allegato in basso). Lo rende noto Finco, la Federazione delle Industrie per le Costruzioni. In una lettera piuttosto piccata rivolta ai soci e per conoscenza alle segreterie di Delrio, Realacci e Baretta il direttore generale Angelo Artale così si esprime: “il Ministro Del Rio esprime degli orientamenti assai condivisibili. E non fa, né lui né i parlamentari che hanno partecipato al dibattito, alcun accenno alla diminuzione di percentuale per infissi, schermature e caldaie poi inserita nella Legge di Bilancio. Anzi, si enfatizza attenzione per la possibilità di accesso a tali detrazioni da parte delle classi meno abbienti, ovviamente più facilitate verso investimenti medi di sette mila euro circa (infissi) e due mila euro circa (schermature solari)”.
Ma allora che succede nei Ministeri? Sembra domandarsi Artale. Chi comanda? i politici oppure i tecnici delle direzioni generali di questo o quel ministero? La domanda è più che legittima perché è noto che nelle varie bozze del ddl Legge di Bilancio 2018 fatte circolare artamente soprattutto da ambienti del Ministero dell’economia e finanze sempre e comunque si è dato per certo il declassamento dal 65% al 50% dell’ecobonus per infissi, schermature solari e caldaie. E i grandi giornali finanziari e politici si sono ben prestati a far da megafono a quelli che erano i ballon d’essai dei tecnici ministeriali per vedere se questa o quella categoria era capace di una minima reazione. Insomma, senza reazione ….giù con la detrazione.
Va giù duro il direttore generale di Finco: “Ancora una volta dunque uffici tecnici di vari ordine e grado hanno effettuato elaborazioni ultronee (ossia di propria iniziativa, ndr) rispetto all’input politico. Ciò a nostro avviso è gravissimo ed è nostra intenzione adeguatamente rimarcarlo poiché tali elaborazioni non tengono in alcun conto quanto l’Ecobonus per tali tipologie influisca stabilmente su:
-abbattimento della bolletta energetica del Paese;
-la maggiore sostenibilità delle aree urbane;
-la valorizzazione del patrimonio immobiliare;
-l’emersione dal nero;
-l’innovazione tecnologica indotta;
-il livello occupazione garantito;
-la sopravvivenza dello sviluppo di una importante Filiera Industriale italiana”.
Ma Artale non è solo nell’attacco alla burocrazia ministeriale. Basta leggere a pag. 12 del nostro allegato l’intervento dell’on. Tino Iannuzzi, vicepresidente della VIII Commissione e membro del PD, nel corso dell’audizione del 28 settembre: “Tra le altre cose, purtroppo siamo tenuti prevedere la copertura finanziaria di misure che in realtà si autofinanziano e producono un utile per le casse dello Stato; ciò nonostante continuiamo a sperimentare un atteggiamento ostile e francamente burocratico, assolutamente non condivisibile, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze e della Ragioneria dello Stato, che calcola l’onere finanziario quando sa che, in realtà, tra lo stimolo a realizzare nuovi interventi e l’emersione di quelli comunque preventivati, c’è un saldo attivo nettissimo. Se riuscissimo a vincere questa battaglia, semplificheremmo anche i problemi di copertura. Non ci siamo riusciti, per la verità, con Ministri di diversi colori e di diversa estrazione politica”.
Insomma, Iannuzzi conferma quello che già si sapeva: a Roma comandano (molto) di più i tecnici.
Amare pure le conclusioni Artale: “È in sostanza veramente incredibile che ogni anno si debba ingaggiare una campagna di sensibilizzazione per perorare il proseguimento di misure che non sono, principalmente, un aiuto alle imprese ma un contributo all’efficienza energetica della nazione”.
Ribadiamolo con forza: le detrazioni fiscali del 65% non sono un bonus per le imprese ma un ecobonus per l’ambiente, i cittadini e il paese. E, in ogni caso, la nostra battaglia non è per questo o quel valore di detrazioni fiscale: la nostra battaglia è perché le detrazioni di legge aiutino a distinguere per bene i prodotti ordinari da quelli ad alte prestazioni energetiche orientando in tal modo i consumatori finali verso prodotti ad elevata valenza ambientale Altrimenti avremmo tutti perso 10 anni di battaglie.
(eb)
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