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Detrazioni fiscali. Da semplificare, dice Francesco Mangione

L’imprenditore fondatore di SPI Finestre: è il momento di semplificare il sistema oramai troppo complesso delle detrazioni fiscali in edilizia con un’aliquota unica. Eliminare lacci e lacciuoli creando una contrapposizione di interessi tra domanda e offerta. Il tutto con orizzonte temporale di almeno 5 anni

In Parlamento deputati e senatori, e dietro di loro Governo e Ministeri, stanno già impostando il quadro delle detrazioni fiscali per l’edilizia (e il settore dei serramenti) per l’anno prossimo e magari per i prossimi anni. In questa video intervista (12 minuti di durata)  Francesco Mangione, imprenditore fondatore di SPI Finestre, traccia un breve quadro del mercato attuale dell’edilizia e della serramentistica (surriscaldato, per un eccesso di domanda ma anche per via dei prezzi delle materie prime). E accenna a quanto sta facendo l’azienda, reduce dall’acquisizione di uno stabilimento nel piacentino: un robusto piano di potenziamento delle produzioni, al sud e al nord, all’insegna di Industria 4.0. E, quindi, da imprenditore affronta il tema del riordinamento delle detrazioni fiscali per la casa.

Constatazione evidente è che il surriscaldamento attuale è determinato non tanto dal Superbonus che deve decollare a tutti effetti immobilizzato dalle pastoie brocratiche e amministrative. Che il Governo tenta di smuovere con il recentissimo DL Semplificazioni (vedi news). A determinare una forte domanda dal basso di serramenti è stato invece il meccanismo dello sconto in fattura che ha rappresentato e rappresenta una potente leva fiscale e finanziaria.

Secondo Francesco Mangione il Superbonus ha rappresentato una potente frustata al mondo dell’edilizia. Tuttavia, oltre a essere azzoppato da farraginosi meccanismi procedurali, il provvedimento è indebolito dall’assenza di contrapposizione di interessi tra domanda e offerta.

Il riordinamento delle detrazioni fiscali

L’attuale assetto delle detrazioni fiscali per la casa andrebbe semplificato e il suo riordinamento andrebbe basato su una sola aliquota (75%?) per tutti gli interventi. Si possono eliminare lacci e lacciuoli grazie alla contrapposizione di interessi tra chi vende e chi compra. L’utente deve fare la sua parte mostrando un concreto interesse con una sua partecipazione all’intervento. Tuttavia ogni operazione di riordinamento andrebbe impostata sulla base di un orizzonte temporale di medio termine, 5 anni ad esempio, perché le aziende hanno bisogno di programmare sulla base  di tempi lunghi e di certezze di ampio respiro. Grazie a questa impostazione, evidenzia Mangione, si potrebbero creare tantissimi posti di lavoro. Quei posti di lavoro di cui ha tanto bisogno il paese.

Ennio Braicovich