Economia

Detrazioni e mercato secondo Luis Oberrauch, Finstral

Le detrazioni fiscali per l'edilizia e i serramenti e il mercato in Europa e in Italia secondo Luis Oberrauch, vicepresidente di Finstral

Le detrazioni fiscali per l’edilizia e i serramenti e il mercato in Europa e in Italia nelle considerazioni di Luis Oberrauch. Il vicepresidente di Finstral, primario produttore di infissi con base a Bolzano, lancia una serie interessante di proposte per l’ecobonus che potremmo definire a geometria variabile. Ad esempio: dare più libertà di scelta al committente nella opzione tra percentuale di detrazione e gli anni nei quali possono essere detratti i bonus fiscali. Nel corso di quest’anno, con 1500 dipendenti, l’azienda supererà i 200 milioni di fatturato, con una quota export circa il 40% operando in una decina di paesi europei. E, in effetti, l’intervista inizia proprio con uno sguardo al continente.

Il mercato in Europa e in Italia

1-Signor Oberrauch: che cosa sta succedendo sui mercati europei in cui opera Finstral?  L’edilizia tira come da noi? Se sì, a causa di quali fattori? 

Oberrauch: I mercati europei si sono ripresi e si stanno riprendendo in maniera positiva. Ci sono delle differenze tra i vari paesi, ma in sostanza tutti sono positivi. La ripresa nei paesi dell`area Sud e Ovest dell’Europa è quella più significativa. Non è una dinamica come quella in Italia. Lì manca la spinta degli incentivi. Negli altri paesi sono nettamente inferiori ai nostri e tante volte per il settore serramenti sono quasi inesistenti.

2-Che succede sul mercato interno dell’edilizia? Vede già i primi effetti del Superbonus? 

Oberrauch: In Italia, quando a partire da metà 2020 abbiamo visto la ripresa, nessuno si sarebbe aspettato che potesse diventare molto positiva, come la stiamo vivendo adesso. Si discute molto sui motivi di questo sviluppo, ma le ragioni saranno diverse. Nella fase di lockdown tanti si sono resi conto che è bene investire nella propria casa e la casa diventa sempre più luogo di rifugio (e di lavoro). Con la discussione sul Superbonus si è riacceso l’interesse per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica. Per di più i tassi di interesse sono molto bassi e perciò il risparmio non premia.

Adesso si incominciano a sentire i primi effetti del Superbonus per il quale vediamo un grande interesse. Tante volte, però, le procedure bloccano il tutto. Quello che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi ci fa vedere che il Superbonus non è stato studiato a dovere. Anche dopo un anno le regole non sono ancora chiare. Questo crea incertezza da tutte le parti, dal committente ai tecnici, ai commercialisti e infine anche per i fornitori.

Penso che se adesso i cantieri dovessero partire potrebbe verificarsi un collo di bottiglia sul fronte delle aziende che devono fare i lavori, perché ci sarà una concentrazione troppo alta della richiesta.

Perciò se il Superbonus deve muovere veramente qualcosa sul fronte della riqualificazione energetica, il provedimento dovrebbe avere una prospettiva temporale minima di altri 3-4 anni.

3- L’ecobonus, tira più di prima?  

Oberrauch: Si. L’ecobonus tira bene, anche perché è meno complesso ed è sfruttabile anche per opere piccole. Sentiamo anche che tanti, dopo aver valutato l’opzione del Superbonus, alla fine optano per l’ecobonus.

4- Vede in questi fenomeni, l’effetto di sconto in fattura e cessione del credito? 

Oberrauch: Certo che queste possibilità sono un ulteriore elemento che spinge a fare i lavori. La possibilità di ulteriore cessione a banche, istituzioni finanziarie e fornitori aiuta le aziende a gestire questa situazione. Voglio solo ricordare che per quanto riguarda lo sconto in fattura e la cessione abbiamo una situazione diversa da quella del 2019, dove il settore si è visto in un certo senso con le spalle al muro.

5-Prima di passare alle detrazioni, vorrei qualche sua considerazione sugli aumenti delle materie prime che stiamo vivendo da qualche mese…

Oberrauch: Su questo tema è molto difficile dire qualcosa, in quanto lì giocano fattori di economia e politica globale e perciò noi come aziende non abbiamo possibilità di intervento. Si tratta di gestire al meglio questa situazione e mi sembra più importante occuparsi molto delle giacenze e della reperibilità dei materiali, più che della discussione sui prezzi dove comunque non siamo noi a cambiarli.

Certo, comunque, che in quest’ottica diventa necessario rivedere i prezzi dei prodotti finiti.

Per chi opera nel settore già da tanti anni, questo però non è una novità. Situazioni simili le abbiamo vissute già diverse volte. Anzi mi ricordo di tassi di inflazione a oltre il 20%, svalutazioni della lira alle stelle, ecc. Però abbiamo anche imparato che il mondo continua a girare!!

Il riassetto delle detrazioni fiscali

6- Quali sono le sue osservazioni in merito alle detrazioni fiscali odierne sulla casa? 

Oberrauch: A mio avviso abbiamo troppi modi di detrazioni fiscali nel nostro settore. Sarebbe necessario ridurre il tutto a massimo 2 modi, (ristrutturazione in generale e riqualificazione energetica) e rendere il tutto molto più chiaro e ridurre con questo le incertezze e anche i rischi di errori. Regole semplici, chiare e non lasciare troppi spazi di interpretazione. Il tema più importante, a mio avviso, è quello della definizione chiara e semplice dei costi e prezzi massimi.

7- Quali suggerimenti darebbe ai nostri politici in vista della prossima legge di Bilancio 2022? 

Oberrauch: Il mio suggerimento sarebbe proprio quello di concentrare il tutto sui 2 modelli che citavo poc’anzi. Inoltre, semplificare con regole chiare e dare più libertà di scelta al committente nella opzione tra percentuale di detrazione e gli anni nei quali possono essere detratti i bonus fiscali.

Esempio:

75% con detrazione in 10 anni

60% con detrazione in 5 anni

45% con detrazione in 3 anni

Il contribuente che per ragioni di potenziale di compensazione deve optare per i 10 anni avrebbe il vantaggio di avere una percentuale più alta. Chi ha la possibilità di compensazione in un arco di tempo più  breve dovrebbe accontentarsi di meno però con il vantaggio di finire prima con la detrazione.

Chi, poi, può già compensare in 3 anni, in teoria avrebbe anche un guadagno più alto e per questo può anche partecipare in maniera più consistente all’investimento con mezzi propri.

Questo mi sembrerebbe un modo molto equo anche dal punto di vista sociale nel senso che va a rispettare bene la situazione economica delle singole persone e in più anche per lo Stato sarebbe interessante perché va a sostenere in maniera differenziata.

Come procedura sarebbe molto semplice. La parte tecnica rimane uguale per tutti: solo al momento della comunicazione all`ENEA il contribuente dovrebbe scegliere l’opzione che ritiene più adeguata alle sue esigenze.

Le cessioni, poi, potrebbero funzionare nella stessa maniera: in 10 anni, 5 anni e 3 anni. Probabilmente chi sceglie 3 anni oppure 5 anni non farà più la cessione per non avere un’ulteriore riduzione per via dei costi della cessione. Ma anche questo, a mio avviso, avrebbe senso. Cedere i crediti d`imposta di lunga durata ma non quelli a breve termine.


Detrazioni fiscali che ne pensano gli imprenditori?

L’intervista fa parte di una serie di incontri con imprenditori del settore in vista del riassetto delle detrazioni fiscali per i lavori in edilizia.

Vedi anche:

Detrazioni fiscali. Da semplificare, dice Francesco Mangione

Mercato e Detrazioni in edilizia secondo il produttore Rossi

a cura di Ennio Braicovich