Il deputato Cosimo Maria Ferri di Italia Viva ha depositato in merito una Interrogazione a risposta in Commissione, rivolta ai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per garantire l’accesso al Superbonus anche a chi ha effettuato piccoli abusi.
Sarà la difformità urbanistica lo scoglio su cui si incaglierà il Superbonus 110%? Potrebbe essere visto quello che sta succedendo nel paese. Ieri Confartigianato aveva denunciato (clicca qui) che, in occasione di una sua recente indagine, il 52,3% degli operatori dell’edilizia intervistati segnala il ritardato inizio delle attività Superbonus 110% a causa di problemi burocratici, legati a sanatorie ad esempio, e il 42,5% indica la mancata risposta di uffici comunali e pubbliche amministrazioni.
Quasi contemporaneamente il giornalista Leopoldo Gasbarro sul sito di Nicola Porro denunciava l’arrivo di milioni di domande in sanatoria per poter beneficiare del “controverso Superbonus 10%”. E spiegava:
“gli uffici tecnici dei comuni italiani si sono ritrovati sommersi da domande di sanatorie relative ai piccoli abusi edilizi di cui sopra. Verande tirate su per chiudere logge di balconi trasformate in stanzini, spazi interni rimodulati in funzione di nuove esigenze e gusti familiari. Cantine o soffitte trasformate in micro-alloggi. Tutto realizzato nel corso degli ultimi 15-20 anni. Centinaia di migliaia di micro-abusi edilizi che ora stanno emergendo dall’anonimato che aveva contrassegnato la loro realizzazione”.
E proprio ieri il deputato Cosimo Maria Ferri di Italia Viva ha depositato in merito una Interrogazione a risposta in Commissione, rivolta ai Ministri della transizione ecologica, dell’economia e delle finanze, e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
L’on. Ferri, e con lui tantissimi italiani, vorrebbe se il Governo sia a conoscenza della problematica che blocca l’effettuazione dei lavori da Superbonus 110% “e, se del caso, quali iniziative intenda assumere affinché l’accesso al «Superbonus 110 per cento» possa essere garantito anche ai contribuenti titolari di immobile oggetto di fiscalizzazione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.
Il caso delle parziali difformità dei titoli edilizi si verifica, scrive l’on. Ferri, in “buona parte degli edifici e in particolar modo i condomini costruiti in Italia negli anni Sessanta e Settanta”, edifici che costituiscono una rilevante parte del patrimonio immobiliare italiano che necessita di riqualificazione energetica e adeguamenti sismici. L’alto numero di questi immobili, conclude l’interrogante, rischia di costituire “un serio ostacolo al conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione 2050 cui il «superbonus 110 per cento» è preordinato”.
In allegato l’interrogazione dell’on Ferri
a cura di Ennio Braicovich
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