Highlights attualità. Direttiva CSRD e PMI

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo relativo al recepimento della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) per la rendicontazione societaria di sostenibilità che si allarga anche alle PMI

L’UE, con l’approvazione del D.Lgs per il recepimento della direttiva CSRD, estende alle PMI gli obblighi in materia di reporting di sostenibilità. Secondo i dati raccolti da Tecnocasa e dall’Agenzia delle Entrate l’andamento del mercato immobiliare è cresciuto nell’ultimo decennio ma cala l’offerta abitativa.

Questo e molto altro è successo questa settimana

 

Approvato il D.Lgs per il recepimento della direttiva CSRD

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo relativo al recepimento della Direttiva 2022/2464/UE (Corporate Sustainability Reporting Directive, CSRD) che riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità e l’adeguamento della normativa nazionale.

Rispetto alla Direttiva 2014/95/UE (Non Financial Reporting Directive, NFRD) che si rivolgeva alle sole imprese di grandi dimensioni con almeno 500 dipendenti, la CSRD estende gli obblighi in materia di reporting di sostenibilità anche alle PMI (escluse le microimprese) e alle succursali di società extra-europee con almeno 150 milioni di ricavi realizzati nell’UE.

Le aziende dovranno redigere un documento (standardizzato e omogeneo in tutta Europa) all’interno della relazione sulla gestione, rendendo conto dell’impatto della propria attività e di quella di tutte le controllate e dell’intera catena del valore, allargando in questo modo il campo delle responsabilità.

La CSRD, che coinvolgerà fino a 5mila imprese nazionali, entrerà in vigore gradualmente: da quest’anno le aziende di grandi dimensioni, nel 2026 le PMI quotate e nel 2028 le succursali delle aziende extra UE.

 

Infissi nelle attività commerciali, è possibile eliminarli del tutto?

C’è chi investe nella posa di infissi performanti e chi invece ha deciso di eliminarli del tutto.

In vigilanza sulla sostituzione degli infissi sulle attività commerciali del centro storico di Lucca, Italia Nostra ha chiesto al Comune e alla Soprintendenza un maggior controllo sui cambiamenti realizzati dai privati considerando le normative e i vincoli a cui il centro storico è sottoposto.

L’associazione ha infatti rilevato che nelle vie e nelle piazze principali della cittadina toscana alcuni esercenti hanno tolto completamente gli infissi delle vetrine per mostrare gli oggetti in vendita. Ritenendo tale condotta come una vera e propria modifica di prospetto, Italia Nostra invita ad un maggior controllo considerato che “in un centro storico sottoposto a vincolo le norme relative alla sostituzione degli infissi sono regolate; tutti gli interventi che comportano modifiche agli infissi in facciata, incidono sul decoro architettonico degli edifici e devono essere compatibili con vincoli paesaggistici e con vincoli dei beni culturali”.

 

Andamento del mercato immobiliare

Il decennio 2013-2023 del mercato immobiliare è stato caratterizzato da una forte ripresa delle transazioni e da una tenuta dei mutui con prezzi delle case che sono ancora in crescita, sebbene frenata, soprattutto nelle grandi città. Dall’analisi del settore immobiliare residenziale realizzata dall’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa, dopo un picco minimo di 389.448 di compravendite del 2013, il 2023 ha chiuso con 709.591, a conferma che l’acquisto immobiliare rimane un caposaldo della strategia di investimento degli italiani.

L’ultimo biennio (2022-2023) è stato caratterizzato da andamenti altalenanti dopo la ripresa post-pandemia e instabilità geopolitica. Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha portato gli investitori sul mattone, il 2022 si è chiuso con compravendite record, 785.382, con prezzi cresciuti del 3,6%.

Il 2023 con i tassi dei mutui elevati e la maggiore attenzione degli istituti di credito all’erogazione ha invece portato a una flessione delle transizioni di quasi 80mila unità rispetto all’anno precedente. I prezzi però sono stati ancora in leggero aumento (+0,7%) a causa dell’offerta abitativa ancora bassa. Rimasta alta l’attenzione alle nuove costruzioni e all’efficienza energetica che ha portato ad un maggiore repricing sulle soluzioni usate.

Per il 2024, si conferma una carenza di offerta abitativa, a restare sul mercato sono prevalentemente gli immobili che presentano dei limiti (piani terra, piani alti privi di ascensore, immobili con importanti lavori da realizzare).

Per quanto riguarda il mercato creditizio la ricerca ha evidenziato una notevole capacità di adattamento e resilienza di fronte a sfide economiche significative e ai cambiamenti globali.

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate, le compravendite nel primo trimestre di quest’anno sono scese del 7,2%. Considerate le tipologie di acquisto, salgono al 70% le compravendite per la prima casa, mentre crollano quelle delle nuove abitazioni, che nel primo trimestre segnano un -23% (anno su anno), mentre flettono del 6% quelle relative ad abitazioni già esistenti. A livello geografico la diminuzione degli acquisti è diffusa in tutte le aree, sebbene più marcata nel Nord e nel Centro.