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Direttiva EPBD: spaventano le ristrutturazioni

I proprietari immobiliari sono preoccupati dalle ristrutturazioni. Chi possiede vende e chi compra cerca case già efficienti. Tutti aspettano nuovi incentivi

Ancora al centro del dibattito lo sviluppo sostenibile delle imprese e la direttiva EPBD, da una recente indagine pare che gli utenti siano spaventati dal tema ristrutturazione e inoltre cambierà l’Attestato di prestazione energetica (APE).

Cos’è successo questa settimana

 

 

Gli effetti della direttiva UE Case green si fanno già sentire

Secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, in Italia circa 2,5 milioni di proprietari immobiliari hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione per evitare futuri costi di ristrutturazione. Non solo. Anche fra chi oggi ha intenzione di comprare casa ci sono quasi tre milioni di italiani che hanno cambiato i propri criteri di selezione limitando la ricerca alle sole abitazioni efficienti, non toccate dalla direttiva UE. La tendenza è diffusa maggiormente nelle regioni del Nord-ovest, dove la percentuale arriva al 60%, a fronte di una media nazionale pari al 50%. Sono invece poco meno di 800.000 gli italiani che stanno appositamente cercando di comprare una casa con basse prestazioni energetiche, nella speranza di risparmiare sul prezzo d’acquisto.

La possibilità di dover spendere cifre importanti per ristrutturare casa preoccupa il 43% degli intervistati. Il 15% ha dichiarato di essere fiducioso del fatto che ci saranno degli aiuti statali per far fronte alle spese di ristrutturazione, e il 9% ritiene che la norma non diventerà mai operativa in Italia.

L’APE UE riguarda l’intero condominio

Della direttiva UE Case green avrà conseguenze anche sull’Attestato di prestazione energetica (APE) in quanto dovrà essere riferito all’intero edificio.

La metodologia di calcolo della prestazione energetica sarà adottata sulla base di orientamenti fissati dalla Commissione UE. Nel fissare i requisiti, gli Stati membri potranno distinguere tra gli edifici già esistenti e quelli di nuova costruzione, e tra diverse tipologie edilizie. I requisiti terranno conto della qualità ottimale degli ambienti interni allo scopo di evitare eventuali effetti negativi, nonché delle condizioni locali, dell’uso cui l’edificio è destinato e della sua età.

Per il raggiungimento degli obiettivi che la direttiva Case green pone sarà così impossibile in molti casi separare le sorti delle parti comuni da quelle private, costringendo ad una sinergia per il raggiungimento dell’interesse comune.

 

A favore della transizione green e digitale

Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario un impegno sia da parte del sistema finanziario sia delle imprese, a cui sarà richiesto gradualmente di fornire le informazioni ESG delle loro attività.

Il “Tavolo per la finanza sostenibile” (promosso dal MEF e a cui partecipano Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Banca d’Italia, Consob, Ivass e Covip) ha elaborato un documento per sviluppare strategie di finanza sostenibile per dirottare investimenti privati verso la transizione green e digitale.

Tra i parametri inseriti nel documento, consultabile sul sito del Dipartimento del Tesoro fino al 2 agosto, ci sono i consumi di energia e acqua, i divari di genere e le coperture contro le calamità.

Il reporting di dati e informazioni, che saranno utili per costruire l’analisi dell’impatto ambientale e sociale dell’attività produttiva, orienterà i comportamenti di mercato e l’accesso al credito.