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Highlights Attualità. DL 39: il futuro di Superbonus e detrazioni fiscali

Si è chiusa la “partita” del DL 39 dopo l’approvazione del Senato all’emendamento del ministro dell’economia. Tante le critiche, le preoccupazioni e le proteste ma la decisione è ormai presa.

Il Senato dice sì ai tagli al Superbonus e non solo, le percentuali delle detrazioni sono orami destinate a scendere nei prossimi anni mentre si allungano i periodi utili per il recupero dei crediti. Questo il tema centrale della settimana che si sta chiudendo ma si è parlato ancora di PNRR e Case Green.

 

Bonus edilizi: sì alla stretta e alla retroattività

Cambiano nuovamente le regole del DL 39/2024 che dovrà essere convertito entro il 29 maggio.

L’emendamento al Decreto, annunciato la scorsa settimana dal ministro dell’Economia, è stato approvato dalla Commissione Finanze del Senato.

Nonostante la pioggia di critiche del mondo produttivo sugli effetti retroattivi del provvedimento, le spese sostenute con il Superbonus dal 1° gennaio 2024 dovranno essere portate in detrazione in dichiarazione dei redditi in dieci anni anziché in quattro. Divieto di cessione del credito per le rate residue.

Viene allungata a 10 anni (dagli attuali cinque) anche la detraibilità per il Sismabonus e il Bonus barriere architettoniche.

Prevista la riduzione della detrazione, pari al 50% fino al 31 dicembre 2024, delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie sino al massimo di 96mila euro, che dal 1° gennaio 2025 tornerà nella misura ordinaria del 36% su un massimo di spesa pari a 48mila euro. Dal 2028 al 2033 l’aliquota sarà poi ridotta al 30%.

Tra le misure l’emendamento porta a una stretta per le banche che non potranno più compensare i crediti del Superbonus con i debiti previdenziali, assistenziali e con i premi Inail.

Viene istituito un fondo per la riqualificazione delle zone sismiche, un plafond di 400 milioni di euro per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016. Le risorse però potranno essere usate solo per le nuove pratiche. Per il 2025 stanziato un fondo da 35 milioni per gli interventi realizzati in altre zone colpite.

Previsto anche un contributo per gli interventi edilizi realizzati dagli enti del Terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.

Il provvedimento potenzia inoltre l’attività di vigilanza e controllo anti-frode degli enti comunali sui bonus edilizi. I sindaci potranno disporre sopralluoghi e ispezioni nei cantieri per verificare eventuali irregolarità. In cambio riceveranno una quota del 50% delle somme recuperate.

 

L’impatto del taglio del PNRR

La rimodulazione del PNRR è costata sette miliardi di risorse destinate a interventi di interesse per l’edilizia, al 31 dicembre il settore più dinamico con una spesa pari a 26,7 miliardi di euro.

Secondo uno studio di ANCE sugli effetti territoriali della revisione del PNRR circa la metà dei progetti definanziati colpirà le regioni del Sud. Il vicepresidente Piero Petrucco spiega che “il monitoraggio ufficiale del PNRR sconta un ritardo nella rilevazione di cantieri che in realtà sono già aperti e al lavoro. Si rischia quindi di sottostimare il reale stato di avanzamento dei progetti, con la conseguente possibilità di errori nelle decisioni”.

Secondo ANCE “occorre un impegno del Governo per garantire la continuità delle opere del Mezzogiorno se si vuole davvero centrare l’obiettivo del Piano di ridurre i divari tra le diverse aree del Paese”.

 

Direttiva Case Green, opportunità e sfida

In un dossier elaborato da Deloitte per l’Italia, che sarà presentato la settimana prossima e commentato in anteprima su Milano Finanza, si evidenzia un parco immobiliare italiano vetusto (83% degli edifici costruiti prima del 1990) e la sua significativa inefficienza energetica (il 63% è in classe energetica F o G). Il maggiore consumo medio energetico si traduce in maggiori costi operativi, oltre al maggiore rilascio di CO2 nell’atmosfera.

Il raggiungimento di una riduzione del 20% del consumo energetico deriva per il 55% da interventi sugli edifici meno efficienti, implicando investimenti stimati in circa 800-1.000 miliardi di euro.

In questo contesto la riqualificazione energetica degli immobili prevista dalla direttiva europea Case Green dovrebbe diventare la base per aumentare il valore degli edifici, accrescerne la produttività e contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Un’opportunità da cogliere e una sfida che comporta importanti investimenti.