Economia

Ecobonus. Manovre dei Ministeri per ridurre portata ed efficacia delle agevolazioni fiscali

Il tentativo è legare la percentuale di detrazione fiscale al “risparmio atteso”. Le anticipazioni contenute in un articolo del Sole 24 Ore

Non è un mistero che le agevolazioni fiscali del 65% per gli interventi di risparmio energetico non hanno mai goduto di grande popolarità nei corridoi dei Ministeri dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo economico, dell’Enea e dell’Ance. Le ragioni sono molto semplici.

Da un lato il Ministero del’Economia e delle Finanze, checché se ne dica, non ha mai amato la riduzione delle accise dovute agli interventi di risparmio energetico.  Più gas, gasolio ed elettricità si risparmiano, e meno lo Stato incassa. Vagli a spiegare che il risparmio energetico genera occupazione, fa girare bene l’economia,fa bene all'ambiente, che si importa meno energia dagli Stati esteri, che le famiglie hanno più soldi a disposizione e che possono spendere di più ma in altri modi, che le detrazioni fanno emergere il nero e via dicendo.

L’altra ragione è che una buona parte, oltre il 60%, dell’ammontare delle detrazioni se ne va annualmente in serramenti e infissi ad alto risparmio energetico, prodotti dalla categoria misteriosa e poco presenzialista dei serramentisti. Con grande invidia delle altre categorie di produttori, a cominciare dagli impresari edili.

Da anni i tecnici di Enea cercano invano di spiegare che la sostituzione dei vecchi serramenti esterni è un intervento di risparmio energetico meno efficace della realizzazione di un cappotto esterno di un edificio, della sostituzione delle vecchie caldaie a gasolio ecc.  Così dimenticano che le finestre sono componenti attivi, ottimi per conservare l’energia negli ambienti ma anche a captare l’energia solare e far entrare sole e luce nelle abitazioni, come ben sa ogni massaia. Insomma, Enea in maniera sorprendente mostra di possedere una concezione energetica ben povera dei serramenti esterni.  

Gli italiani invece per qualche strana ragione hanno colto da tempo le funzioni molteplici e positive delle finestre e si incaponiscono a comprare delle nuove finestre molto più efficienti e confortevoli di quelle vecchie. Interventi semplici e rapidi, di fatto poco costosi, decisi di solito in ambito familiare e senza perdere tempo in estenuanti e inconclusive assemblee condominiali. Interventi che assicurano risparmio energetico e comfort concreti, tangibili immediatamente.

Dell’ennesima manovra di Ministeri e sodali “anti serramenti esterni” offre accurato conto un articolo de ilSole24Ore di due giorni fa e che potete trovare online a questo link.

Il titolo è eloquente: “Ecobonus su misura, sconto sull’effettivo risparmio energetico”. Questo passaggio rende bene l’idea di fondo:

L’idea del ministero dello Sviluppo economico è rendere più «sfidante» il sistema delle detrazioni fiscali al 65% per il risparmio energetico. Si valuta di modulare la percentuale in detrazione in relazione al risparmio atteso, ma anche di introdurre massimali unitari di spesa per tipologia di intervento, premiare le azioni più efficienti orientandosi sempre di più verso interventi radicali sull’edificio. Allo studio c’è inoltre una valorizzazione dei risparmi generati dalle detrazioni fiscali per il recupero edilizio, ad oggi non conteggiati, attraverso un sistema di incentivazione integrato con l’ecobonus. Incrociando l’effettiva platea dei beneficiari, la lista degli interventi agevolabili e le percentuali di rimodulazioni si capirà se nel complesso il nuovo ecobonus risulterà più o meno generoso rispetto alla versione attuale”.

Nulla in contrario a premiare le azioni più efficaci in termini di risparmio reale (concetto che pare preferibile a quello di risparmio atteso). Ma misurato come? Sulla bolletta elettrica? Su quella del gas o del gasolio? Ci sembra che dietro tante parole ci sia solo una grande confusione. Prima di un giudizio definitivo aspettiamo di vedere qualche proposta scritta nero su bianco che presto potrebbe emergere in occasione della prossima legge di Bilancio. Nel frattempo segnaliamo questa ennesima manovra alle Associazioni di settore perché difendano il benessere degli italiani che viene prima degli interessi del settore serramenti.

L’occasione è ideale per accennare ai risultati di un recente studio francese realizzato dalla società di ingegneria Pouget Consultants e commissionato dalla Federazione F.F.B Pôle Fenêtre che raggruppa le diverse Associazioni dei produttori di serramenti (di ogni materiale), del vetro e delle protezioni solari.

Lo studio, che ben presto pubblicheremo, porta il titolo “Simulation de remplacement des fenêtres et volets dans les bâtiments d’habitation maison individuelle ou logement collectif” ovvero “Simulazione della sostituzione delle finestre e delle schermature oscuranti in edifici d’abitazione individuale o collettiva”. Le simulazioni dimostrano che le sostituzioni di finestre realizzate su edifici collocati nelle diverse regioni climatiche francesi permettono un risparmio energetico sui costi di riscaldamento che raggiunge perfino il 27%. Il che non ci pare poco.

(eb)