Secondo il consulente del settore serramenti dietro l’allettante proposta si nasconde un boccone avvelenato che può essere devastante per l’intero settore dei serramenti e, in particolare, per i piccoli artigiani. Ma c’è una soluzione…
L’ing. Giovanni Tisi, consulente del settore serramenti per un’ampia gamma di temi (marcatura CE, Ecobonus, sconti in fattura, cessione del credito ecc), si sofferma in questo blog sul ritorno del dibattito sulla cessione del credito, anche alla luce della proposta dell’ecobonus100pc. Il tema mai sopito della cessione del credito con la ripartenza dell’economia rimbalzerà all’attenzione di tutti gli operatori. Peraltro (vedi news), sul Sole14Ore di oggi il ministro Patuanelli, oltre a rilanciare l’ecobonus100pc, ripropone un argomento caro al mondo pentastellato: lo sconto in fattura. Un argomento che si spera venga gestito meglio di come fu architettato e gestito lo scorso anno. Ma anche qui potrebbe esserci la soluzione per ovviare alle criticità che portarono lo scorso anno al naufragio dell’articolo 10 e dello sconto in fattura. Tisi indica una possibile soluzione
EB
Il boccone avvelenato
Dietro il ventilato aumento delle percentuali di incentivazione per il risparmio energetico, che sarebbero sicuramente d’aiuto alla ripartenza del sistema dell’edilizia dopo lo tsunami provocato dalla pandemia, si nasconde un boccone avvelenato che può essere devastante per l’intero settore dei serramenti e, in particolare, per i piccoli artigiani.
Il boccone avvelenato ha un nome ben preciso: CESSIONE DEL CREDITO
Un incentivo pari al cento per cento, che possa essere integralmente ceduto a terzi (fornitori o ESCO), con i perversi meccanismi che abbiamo sperimentato per lo sconto in fattura (Articolo 10 del Decreto Crescita) e che stiamo rivivendo con la Cessione del Credito Ecobonus, porterà all’esclusione dal mercato di tutte le realtà che non potranno offrilo ai loro clienti, che, nello specifico settore dei serramenti, sono praticamente la totalità delle piccole e medie imprese.
Infatti, la cessione del credito come attualmente in essere, richiede necessariamente di appoggiarsi a una multiutility, la quale possa avere la capacità finanziaria e il carico fiscale in grado di supportare l’intervento.
Questo stato di ‘oligopolio nei fatti’ ha per altro già mostrato di distorcere il mercato, SU BASE PURAMENTE FINANZIARIA, nei pochi mesi di applicazione dell’Articolo 10.
Laddove l’importo cedibile fosse pari al totale della spesa, verrebbe meno anche l’ultimo barlume di contrattazione alternativa: O me li regali o li compro altrove, tanto NON LI PAGO IO, li paga lo Stato, quindi non mi interessano ne prezzi ne condizioni, basta che sia gratis!
Oltretutto, per come è congegnato l’attuale meccanismo di cessione del credito e per come è stato messo in pratica da alcune multiutilities, la partecipazione delle stesse è di tipo PURAMENTE FINANZIARIO, soprattutto nel settore dei serramenti.
Stiamo, quindi, già consentendo che transazioni finanziarie avvengano al di fuori dei circuiti del credito e, quindi, in modo sostanzialmente incontrollato (tassi, spese applicate, oneri accessori, costi complessivi); lasciare in essere questi meccanismi, con un incentivo pari al 100%, scaricando quindi tutto l’onere sui conti dello Stato sarebbe, a mio avviso, completamente sbagliato.
La soluzione
Il credito, di qualsiasi tipo e natura DEVE ESSERE CONCESSO ALL’INTERNO DEI CIRCUITI TRADIZIONALI (Banche, Finanziarie), in modo che possa essere TRASPARENTE e CONTROLLABILE.
Fino a 20 giorni fa, questa trasparenza ci era impedita dai vincoli di bilancio in quanto l’intervento delle Banche avrebbe portato all’aumento del debito pubblico; ADESSO QUESTO VINCOLO E’ CADUTO
Adesso è possibile consentire al sistema creditizio di farsi carico delle anticipazioni; è possibile consentire alle Società finanziarie di intervenire attivamente monetizzando subito il futuro incentivo.
Ed è possibile riportare l’intervento delle ESCO nell’ambito della loro vera mission aziendale di promozione e supporto (anche finanziario, ma non SOLO finanziario) degli interventi più complessi.
Giovanni Tisi, Studio Tisi
a cura di EB
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