Europa.  Il mercato delle finestre si risveglia, segnala Interconnection Consulting

Sembra risvegliarsi da un lungo torpore il mercato europeo delle finestre. Per il secondo anno di seguito aumentano le vendite di infissi con una maggiore dinamicità in Europa dell’Est (+3,6%) che all’Ovest (+1,8%). La previsione dell’analista di mercato, basato a Vienna, Interconnection Consulting è che da qua al 2019 la crescita media europea complessiva dei volumi sarà pari al 2,6% in quantità per anno.

Tuttavia il settore è ben lungi dal gioire. Dobbiamo recuperare molto per raggiungere i volumi pre-crisi. Infatti nel 2016 in tutta Europa si venderanno 69,7 milioni di finestre per un valore pari a 18,7 miliardi di euro. Siamo ancora molto indietro rispetto ai 93,2 milioni venduti nel 2007. Ovvero ci manca un quarto del mercato di allora: -25%. I mercati dell’Ovest e dell’Est mostrano una differente dinamicità. La domanda nell’Europa Orientale (Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria ed ex Jugoslavia) mostra un tasso di crescita doppio (+3,6%) rispetto a quello (1,8%) dell’Europa occidentale.

E’ un buon momento economico per paesi dell’Est, rileva l’analista e autore dello studio Dennis Rauen, in ragione dei forti investimenti stranieri, gli aumenti salariali, la sicurezza del lavoro inducono soprattutto i giovani a investire nella casa.

Continua la tendenza verso un aumento delle produzioni di finestre all’Est mentre la gran parte delle finestre installate in Europa è all’Ovest (82,1%). La Polonia esporta la metà della sua produzione. La Romania sta diventando un forte esportatore. Il risultato di questa combinazione di fattori fa sì che, mentre la domanda comincia a crescere, i produttori occidentali di finestre sono ancora esposti alla pressione sui prezzi della concorrenza dell'Europa orientale. Questo sta creando delle innovazioni distruttive, così le denomina lo studio, all’interno del settore produttivo. Chi non riesce  comprimere i costi per mezzo di acquisizioni o delocalizzazioni verso a paesi a minor costo del lavoro, rinuncia e si dedica alla installazione delle finestre. Il risultato è che nella catena del valore si inserisce un nuovo partecipante.

PVC di moda

Continua la crescita delle vendite di finestre in pvc. Dieci anni fa, 2007, erano il 41,7% del volume totale. Oggi rappresentano il 46,6%. Il punto di forza è il prezzo, specialmente se provengono dall’Europa dell’Est. Oggi grazie ai colori sono ancora più attraenti per i clienti finali. Il colore toccherebbe una finestra in pvc su tre. Inoltre, le finestre in legno/alluminio hanno guadagnato quote di mercato negli ultimi anni, ma la loro diffusione è limitata ai mercati scandinavi e alla regione Germania-Austria-Svizzera. I materiali più sfavoriti sono gli infissi in metallo e legno, che hanno perso il 8,3% delle quote di mercato tra il 2007 e il 2016.

Trend

Interconnection prevede per i prossimi tre anni una crescita media del 2,6% (in quantità) su tutto il mercato europeo. Il che significa, se la previsione si rivelerà corretta, che nel 2019 saranno venduti 75 milioni di finestre.

Se poi – questo Interconnection non ve lo svela –  volete togliervi una curiosità e capire la profondità del disastro in cui siamo precipitati potete calcolare quanti anni ci vorranno per tornare ai volumi del 2007, cioè 93,2 milioni di finestre. Ebbene, ipotizzando che il tasso medio di crescita del 2,6% annuo continui per un lungo periodo (in fondo in fondo, noi siamo sempre ottimisti) per raggiungere il top del 2007 ci vorranno ancora dieci anni: ovvero il 2027.

Tra i più promettenti mercati nazionali per i prossimi anni lo studio segnala la Germania, dove si sta assistendo a una bella ripresa, e i paesi scandinavi.

Fin qui le previsioni di Interconnection Consulting che conduce regolarmente diversi tipi di analisi su molti settori tra cui anche quello delle finestre a livello nazionali,europeo e internazionale.

Il mercato nazionale e internazionale delle finestra sarà analizzato in maniera approfondita al prossimo Forum Serramenti del 24 novembre a Verona (clicca qui), dal prof. Carmine Garzia dell’Università di Lugano.

(eb)