In un position paper la Federazione europea dei produttori di serramenti e facciate: “il prodotto finestra è troppo complesso per poter essere rappresentato dall’etichetta energetica UE”. Spazio alle etichette nazionali
“E’ veramente valore aggiunto per i consumatori e le aziende un’etichetta energetica UE per i serramenti?” E’ la domanda un po’ capziosa che si pone la Federazione europea Eurowindoor che raccoglie 12 associazioni di produttori finestre (tutti i materiali) e facciate in un position paper, cioè una memoria ufficiale, di tre paginette datato luglio. Era appena stato pubblicato lo Studio preparatorio Ecodesign/Energy Labelling process per le finestre siglato Lot 32 di diverse centinaia di pagine e finanziato dalla UE (clicca qui). Naturalmente Eurowindoor plaude l’arrivo della pubblicazione e sottolinea il forte appoggio che nello Studio riceve l’idea che le perdite di energia non dipendono solamente dal valore U, cioè la perdita di calore, e che il fattore solare ha una grande importanza sulle prestazioni energetiche delle finestre.
Tuttavia la Federazione si pone il problema dell’effettivo valore aggiunto di una “potenziale etichetta energetica EU”. E invita la Commissione europea a considerare alternativamente altri strumenti come la direttiva EPBD-Energy Performance Building Directive e il Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR) per spingere i clienti finali a scegliere le finestre meglio performanti rispettando le condizioni locali e gli stili edilizi per assicurare risparmio energetico, adeguato rapporto costi/benefici e confort abitativo tenendo in considerazione la complessità del prodotto finestra.
Dopo aver delineato le tante specificità del prodotto e riconosciuta la necessità di una sempre maggior efficienza energetica degli edifici, il position paper rileva che “il concetto di bilancio energetico diffferenziato (Uw, gw, permeabilità all’aria e effetto degli schermi oscuranti) vada definito all’interno dello specifico contesto climatico e di climatizzazione invernale ed estiva dello Stato membro in occasione della revisione della direttiva EPBD. Compito degli Stati membri è stabilire il giusto equilibrio tra i diversi fattori e creare il miglior collegamento tra le altre prestazioni regolamentate dei prodotti. Permettendo flessibilità in tutta Europa la Direttiva EPBD appare essere il miglior quadro regolamentare per le finestre piuttosto che una etichetta energetica europea”.
Eurowindoor non dimentica di citare il fatto che “ l’introduzione dell’etichetta energetica europea può creare un considerevole carico ammnistrativo per il settore, specialmente per le piccole e medie imprese”.
E non dimentica di citare che già oggi il cliente riceve:
- Marcatura CE e codice unico di identificazione del tipo di prodotto;
- Dichiarazione di Prestazione (DoP);
- Dichiarazione Reach, se applicabile;
- Manuale utente e istruzioni di sicurezza.
A ciò andrebbero aggiunti:
- Etichetta energetica UE
- Scheda tecnica
- possibilmente il Label dell’installatore.
In sintesi: “Troppi valori che compaiono diverse volte nei vari documenti. Complessivamente il numero di documenti per finestra è molto elevato”.
In sostanza il position paper recita il de profundis per una etichetta unica europea per le finestre lasciando spazio alle etichette nazionali.
Eurowindoor raccoglie 12 associazioni nazionali di produttori di finestre, porte e facciate continue.
(eb)
Qui sotto il position paper di Eurowindoor
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere