La pubblicazione edita dall’OMI-Osservatorio del Mercato immobiliare dell’Agenza delle Entrate offre una sintesi completa sull’entità e le caratteristiche dello stock dei fabbricati
Quanti sono i fabbricati in Italia? Quante le abitazioni residenziali? Quante le scuole? Gli ospedali? Gli alberghi? I negozi? E come sono distribuiti nelle regioni e nelle province lungo la penisola? Una documentata risposta, numerica e statistica, a queste domande è contenuta nella pubblicazione “Statistiche Catastali 2018- Catasto edilizio urbano” edita dall’OMI–Osservatorio del Mercato immobiliare dell’Agenza delle Entrate (vedi allegato). L’OMI, è bene ricordarlo, pubblica una ampia serie di documenti molto utili per gli osservatori del mercato immobiliare come i diversi Rapporti immobiliari residenziali e non residenziali e le statistiche trimestrali e annuali delle transizioni immobiliari.
Il documento di 56 pagine, riccamente illustrato da tabelle e mappe, offre una sintesi completa sull’entità e le caratteristiche dello stock dei fabbricati, così come censito nella banca dati del Catasto Edilizio Urbano aggiornato al 31 dicembre 2018.
Le ‘Statistiche catastali’, giunte alla tredicesima edizione, rappresentano una sintesi completa sull’entità e le caratteristiche dello stock dei fabbricati distribuiti su tutto il territorio nazionale, così come censito nella banca dati del Catasto Edilizio Urbano aggiornato al 31 dicembre 2018.
Le informazioni riguardano un totale di oltre 75 milioni di beni fra unità immobiliari urbane ed altre tipologie immobiliari che non producono reddito. Per le unità immobiliari urbane si forniscono: la numerosità dello stock, la sua consistenza fisica («vani», superfici o volumi a secondo delle categorie tipologiche) e la correlata base imponibile fiscale determinata dal Catasto (la «rendita catastale»), distinta secondo la tipologia di intestatario catastale che detiene un diritto reale sull’immobile.
La variazione del numero dei fabbricati dipende da almeno da tre fattori: nuove costruzioni, frazionamenti e fusioni delle unità immobiliari esistenti e rettifiche dei dati precedenti.
Lo stock immobiliare censito negli archivi catastali italiani consiste di quasi 75,5 milioni di immobili o loro porzioni (vedi Tabella 1), di cui circa 65 milioni sono censite nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con attribuzione di rendita, poco meno di 3,5 milioni sono censite nelle categorie catastali del gruppo F, che rappresentano unità non idonee a produrre ordinariamente un reddito (aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, ruderi) e poco più di 6,5 milioni sono beni comuni non censibili, cioè di proprietà comune e che non producono reddito, o unità ancora in lavorazione (meno di 90 mila).
Esclusi gli immobili che non producono reddito del gruppo F, i beni comuni non censibili e gli immobili in lavorazione, le unità immobiliari censite sono pari, come detto, a quasi 65 milioni, di cui la maggior parte è censita nel gruppo A (circa il 55%) e nel gruppo C (oltre il 40%), dove sono compresi, oltre ad immobili commerciali (negozi, magazzini e laboratori) anche le pertinenze delle abitazioni, ovvero soffitte, cantine, box e posti auto.
I fabbricati a uso abitativo
Per quanto riguarda le abitazioni, Le unità immobiliari censite nelle categorie catastali del gruppo A, dalla categoria A/1 alla A/11 con eccezione della A/10, sono ad uso abitativo (d’ora in avanti “abitazioni”) e, al 31.12.2018, risultano pari a circa 35 milioni, circa 92 mila unità in più di quelle rilevate con riferimento al 2017 (Tabella 5). Nel dettaglio delle singole categorie, sono aumentate anche nel 2018 le abitazioni nelle categorie A/2, A/3 (abitazioni civili e di tipo economico), A/7 (villini) e A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi), tutte con tassi non superiori all’1%. Sono diminuite, di contro, le abitazioni signorili (A/1), le abitazioni popolari (A/4), le ville (A/8), i castelli e i palazzi di pregio (A/9) e, con tassi più accentuati, le abitazioni di tipo ultrapopolare (A/5, – 2,6%) e rurale (A/6, -3,2%). E’ da segnalare come quasi il 90% delle unità residenziali sia censito in catasto tra le abitazioni civili (A/2), economiche (A/3) e popolari (A/4).
Lo stock abitativo è soprattutto di proprietà delle persone fisiche, quasi 32,5 milioni di unità, oltre il 92% del totale. Alle PNF-Persone Non Fisiche risultano intestate 2,6 milioni di unità e sono poco meno di 10 mila le abitazioni tra i beni comuni. Tra le categorie catastali delle abitazioni, quelle che presentano una maggior quota di unità delle PNF rispetto al dato complessivo, sono le abitazioni di maggior pregio (A/1, A/8 e A/9) e le abitazioni tipiche dei luoghi (A/11).
A beneficio dei lettori rammentiamo le categorie catastali del Gruppo A che comprende unità abitative e nella categoria A/10 uffici e studi privati:
A/1 – Abitazioni di tipo signorile.
A/2 – Abitazioni di tipo civile.
A/3 – Abitazioni di tipo economico.
A/4 – Abitazioni di tipo popolare.
A/5 – Abitazioni di tipo ultrapopolare.
A/6 – Abitazioni di tipo rurale.
A/7 – Abitazioni in villini.
A/8 – Abitazioni in ville.
A/9 – Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici.
A/10 – Uffici e studi privati.
A/11 – Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi.
Immagine: La mappa in home page evidenzia, attraverso i diversi cromatismi, la distribuzione dello stock residenziale nelle province italiane.
a cura di Ennio Braicovich
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