Facciate liquide per realizzare edifici NZEB, a bassissimi consumi energetici. È l’obiettivo di una tecnologia, definita rivoluzionaria, attualmente in fase di test a Sofia, Bulgaria, frutto del lavoro congiunto di un’equipe europea sotto le insegne del programma di ricerca Horizon 2020.
Da ottobre il progetto denominato IndDeWag è decollato sotto forma di un piccolo modulo sperimentale dotato di facciate liquide che è stato costruito nel parco dell’Accademia delle Scienze di Bulgaria. L’espressione “facciate liquide” viene compattando l’inglese accademico di Water Flow Glazing Façades (facciate vetrate con flusso d’acqua) e Liquid Windows (finestre liquide), espressioni con cui la tecnologia viene definita. InDeWaG è l’acronimo di progetto “Industrial Development of Water Flow Glazing Systems”, osssia Sviluppo di industriale di sistemi di vetrazioni a flusso d’acqua”.
InDeWaG rappresenta, così affermano i progettisti, un nuovo tipo di facciate intelligenti capaci di regolazione autonoma dell’assorbimento di calore. Le facciate vetrate a flusso fluido sono in grado di raccogliere o respingere l’energia solare con l’aiuto di un liquido che passa attraverso i pannelli. Ciò limita il calore del sole che viene assorbito nell’ambiente interno di un edificio e quindi riduce al minimo il consumo di energia di HVAC, ovvero di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria.
Di fatto si tratta di facciate dotate di elementi vetrati trasparenti, in triplo vetro da 86 mm di spessor. Nell’intercapedine più interna circola un flusso costante di acqua distillata (70 litri) e di glicole etilenico (30 litri) che funge da antigelo. Il flusso dell liquido non è percettibile da un osservatore esterno. Il modulo installato a Sofia consiste in una struttura di carpenteria metallica rivestita da pannelli di facciata in vetro e alluminio da 1300×3000 mm. All’interno trovano spazio partizioni interne radianti WFG (Water Flow Glazing). Sul tetto sono stati collocati pannelli fotovoltaici per alimentare il modulo, la climatizzazione e mantenere a temperatura controllata il liquido che scorre nei pannelli vetrati e nelle pareti radianti. Completa il tutto una parte impiantistica non visibile ma ben presente.
Il progetto è stato sviluppato all’interno del programma europeo Horizon 2020 Energy Challenge (Sfida energetica) per aiutare la transizione verso sistemi energetici sicuri, puliti ed efficienti e, tra l’altro, realizzare edifici NZEB, cioé a energia quasi zero. Come noto, obiettivo dell’Unione europea è fare in modo che entro il 2050 tutti gli edifici siano NZEB (vedi direttiva 844, presto recepita da un imminente decreto legislativo). Dal 2021 tutti gli edifici, pubblici e privati, dovranno essere progettati NZEB secondo il DM 26 giugno 2015.
I Partner del progetto InDeWaG sono variegati e comprendono qualificati istituti universitari, centri di ricerca, studi di fisica edilizia e di architettura, un produttore di facciate in alluminio, un vetraio e un investitore: Universität Bayreuth (UBT), Bollinger & Grohmann Consulting GmbH, ETEM Bulgaria AD, HTCO GmbH, Savior Venture Capital, Fraunhofer Institut für Solare Energieforschung (Fraunhofer), Universidad Politecnica de Madrid (UPM), Cerviglas S.L. (CV), Architectonika (ARCH), Central Laboratory for Solar Energy and New Energy Sources (CL SENES).
L’idea prima delle facciate liquide è stata sviluppata dalla Universidad Politecnica de Madrid. Una prima facciata con tecnologia WFG è stata realizzata tempo addietro nella città di Cuenca, Spagna.
a cura di Ennio Braicovich
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