La domanda più che legittima viene dall’intervento di Thomas Miorin di Rebuild che compare in un articolo del Sole24Ore di oggi
Quante emissioni di CO2 produce la sostituzione degli infissi? La sostituzione dei vecchi infissi non sempre sarebbe benefica per l’ambiente. Ovvero il gioco non sempre varrebbe la candela. La tesi non è nostra ma viene esposta in un intervento che appare sul Sole24Ore di oggi. “Ad esempio, si è calcolato che la produzione e l’installazione di 5 mq di nuovi infissi producono 5 mila chili di CO2: un debito che non viene compensato dal risparmio delle performance energetiche dell’edificio” afferma, senza ulteriori precisazioni, Thomas Miorin citato all’interno di un articolo a firma di Maria Chiara Voci che appare a pag. 17 del quotidiano finanziario di oggi.
Chi è colui che si avventura nel non facile calcolo delle emissioni di CO2 laddove anche gli esperti si dimostrano poco chiari e poco concordi? Thomas Miorin oggi è presidente di RE-Lab, società che organizza REbuild, evento sulla rigenerazione delle città che si tiene da domani fino al 27 giugno a Milano, negli spazi della Fabbrica Orobia, in zona Ripamonti. E in effetti l’occhiello dell’articolo parla di “Provocazione da Rebuild”. Se si voleva cogliere un po’ attenzione per Rebuild 2019, non ci poteva essere momento migliore.
Miorin, così si legge nel sito di ReBuild, è anche direttore Innovazione di Habitech, il Distretto Tecnologico Trentino, in cui coordina diverse iniziative per una nuova edilizia tra cui il progetto Energiesprong. In passato è stato membro del Consiglio di Indirizzo e del Comitato Esecutivo del Green Building Council Italia e amministratore delegato del primo centro servizi distrettuale privato in Italia. In passato è stato docente di Logistica all’Università di Padova e professore di “Small & Medium Enterprise Development” in MBA internazionali. Insomma, un curriculum di tutto rispetto.
Base per le affermazioni di Miorin sulle emissioni di CO2 è una ricerca “realizzata da ReBuild con Bionova, società di esperti di sostenibilità ed economia circolare con sede in Finlandia e una collaborazione attiva all’interno della rete del Green Building Council e con One Click”.
La ricerca ha preso in esame il ciclo di vita di una serie di edifici (quanti, dove, di che tipo?) in cui sono stati eseguiti diversi tipi di intervento (riqualificazione globale involucro e impianti, solo involucro, o serramenti e pannelli solari) comparandone le emissioni con quelle di altri edifici non ristrutturati. Il risultato della ricerca è che “alcuni interventi – fra tutti la sostituzione dei soli infissi ma anche il cambio di caldaia o l’installazione di pannelli solari – comportano più “spreco” sul lungo termine di ciò che fanno risparmiare”.
E quindi l’affermazione che abbiamo citato in apertura sui 5 mq di nuovi infissi la cui produzione e installazione producono 5 mila chili di CO2. Senza mai citare quanti chili di emissioni di CO2 essi contengono nel loro arco di vita.
La tesi di Miorin è che solo le riqualificazioni globali e profonde dimostrano di essere davvero efficienti. In linea teorica potremmo anche essere d’accordo. Purtroppo la realtà è molto più sfumata e tutti sanno che esistono poche “riqualificazioni globali e profonde” a fronte di tantissimi interventi in cui la riqualificazione energetica è graduata in funzione di tante variabili. E poi abbiamo un immenso patrimonio edilizio nei nostri centri storici dove le “riqualificazioni globali e profonde” sono spesso impossibili. E purtroppo, per Miorin s’intende, interventi come la sostituzione degli infissi o di impianto termico sono i più frequenti e incentivati dagli ecobonus. Il che è il vero obiettivo dell’attacco, mica le minori emissioni di CO2.
Anzitutto prima di fare affermazioni così pesanti che incidono profondamente su settori industriali e artigianali che sono ancora in crisi Thomas Miorin avrebbe dovuto mettere cortesemente a disposizione la ricerca citata. In secondo luogo avrebbe dovuto citare dati e fatti contestualizzando precisamente le sue affermazioni anziché rimanere sul generico.
Nella apparente pacatezza dell’esposizione e del ragionamento il direttore il RE-Lab manifesta uno spirito totalitario e giacobino degno di miglior causa. Solo chi non conosce l’articolazione profonda del mondo edilizio e la complessità dei comportamenti dei consumatori può permettersi di fare affermazioni così generiche e gravi. Basti vedere le difficoltà che incontra la riqualificazione energetica dei condomini pur incentivata fino al 75% e addirittura all’85% se accompagnata dal sismabonus.
Sbaglia mira Miorin. Anziché prendersela con il settore degli infissi dovrebbe domandarsi perché i consumatori italiani mostrano un’apparente scarsa propensione verso il risparmio energetico in edilizia, le minori emissioni di CO2 e i cambiamenti climatici. Intendiamoci, magari in linea teorica sono tutti d’accordo ma quando si tratta di affrontare la riqualificazione energetica di un condominio in un’assemblea di condominio succede sempre il putiferio. E allora chi vuole vivere meglio, risparmiando energia e riducendo le emissioni di CO2, decide da solo e sceglie interventi rapidi, efficaci come il cambio della caldaia o la sostituzione dei serramenti. Interventi, non dimentichiamolo, da uno o due giorni al massimo, anziché di 6-9 mesi come nel caso medio della riqualificazione dei condomini.
Non dimentichiamo che il settore degli infissi assieme a quello dei vetri negli ultimi 30 anni ha fatto progressi straordinari nella concezione, produzione e installazione dei prodotti sposando in pieno la rivoluzione energetica in edilizia che è in atto in buona parte d’Europa. Produttori di profili e vetri hanno lavorato duramente per ridurre la cosiddetta impronta di carbonio nelle fasi di produzione. Così non si può dire altrettanto per una buona parte del mondo italiano dell’edilizia che è rimasto purtroppo indietro e a cui incautamente Miorin vorrebbe affidare “riqualificazioni globali e profonde”. Iddio ce ne scampi!
E un consiglio, sig. Miorin: la prossima volta che scende da Trento a Milano, non prenda né l’auto, né l’autobus né il treno. Prenda la bicicletta. Respireremo tutti meglio.
(eb)
PS: dal nostro archivio alcune notizie che riguardano operazioni volte alla riduzione delle emissioni di CO2 da parte dell’industria dei serramenti:
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a cura di Ennio Braicovich
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