Il decreto #CuraItalia ha potenziato per 1,5 miliardi il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti. Garanzie fino a 5 milioni di euro.
Del Fondo Centrale di Garanzia avevamo accennato al momento del varo del Decreto #CuraItalia (vedi news). Si tratta di uno degli strumenti messi a disposizione delle aziende da parte del Governo per assicurare liquidità alle imprese piccole e medie. Il suo potenziamento era finito in mezzo alle centinaia di provvedimenti inseriti nel decreto. Al Fondo Centrale di Garanzia accenna oggi Guido Farè, presidente di Unicmi, come strumento per assicurare liquidità alle aziende (vedi news). Qui ne presentiamo una sintesi tratta dal sito del Ministero dell’Economia e Finanze.
Il Decreto #CuraItalia all’articolo 49 ha previsto il potenziamento per 1,5 miliardi del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, anche per la rinegoziazione dei prestiti esistenti.
Che cosa è il Fondo di garanzia?
E’ un fondo istituito presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, gestito da MCC (Medio Credito Centrale Spa), ha lo scopo di favorire l’accesso al credito delle Piccole e Medie Imprese (PMI) attraverso il rilascio di una garanzia pubblica sui finanziamenti erogati dalle banche. Quindi il Fondo di garanzia non eroga liquidità ma garantisce i finanziamenti erogati dalle banche.
Che cosa prevede il Decreto #curaitalia per il Fondo di garanzia?
Sommando i finanziamenti in essere e quelli nuovi, l’obiettivo è consentire garanzie per oltre 100 miliardi complessivi di finanziamento alle imprese da parte del Fondo. La garanzia del fondo stesso è pari all’80% dell’importo (e 90% in caso di riassicurazione di Confidi) per tutti i prestiti fino a 1,5 milioni. Al di sopra di tale importo (ferma restando la possibilità di continuare a coprire fino all’80% e fino a 2,5 milioni, secondo le regole previgenti, ad es. i finanziamenti per investimenti, le start up e le PMI innovative, la “nuova Sabatini”), la percentuale di garanzia viene modulata secondo le ordinarie regole del fondo, con la possibilità di ottenere comunque una garanzia all’ 80%, fino a 5 milioni per tutti i prestiti che rientrino negli ambiti di attività coperti anche dalle sezioni speciali.
Le modifiche principali riguardano:
-la gratuità della garanzia del Fondo, con la sospensione dell’obbligo di versamento delle previste commissioni per l’accesso al Fondo stesso;
-l’ammissibilità alla garanzia di operazioni di rinegoziazione del debito;
-l’allungamento automatico della garanzia in caso di moratoria o sospensione del finanziamento per l’emergenza coronavirus;
-la previsione di procedure di valutazione per l’accesso al Fondo ristrette ai soli profili economico-finanziari al fine di ammettere alla garanzia anche imprese che registrano tensioni col sistema finanziario in ragione della crisi connessa all’epidemia;
-estensione del limite per la concessione della garanzia da 2,5 milioni a 5 milioni di finanziamento;
-l’avvio di una linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per gli imprenditori persone fisiche (le cc.dd. partite IVA, anche se non iscritti al registro delle imprese) con accesso senza bisogno di alcuna valutazione da parte del Fondo, che si affianca alle garanzie all’80% già attive sul micro-credito e sui finanziamenti fino a 25.000 euro (cd importo ridotto);
-estensione a soggetti privati della facoltà di contribuire a incrementare la dotazione del Fondo PMI (oggi riconosciuta a banche, Regioni e altri enti e organismi pubblici, con l’intervento di Cdp e di Sace);
-facilitazione per l’erogazione di garanzie per finanziamenti a lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprenditori individuali;
-estensione dell’impiego delle risorse del Fondo.
a cura di Ennio Braicovich
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