Se avete uno showroom stupendo ma un sito che vi penalizza, non riuscirete a portare i navigatori dentro al vostro sito, evidenzia Viviana Barocco del Studio Centro Marketing. Mentre in passato il controllo l’aveva chi vendeva, oggi ce l’ha chi acquista
Perché il sito internet è così importante oggi? Basta confrontare come avvenivano le vendite 10 anni fa e come avvengono oggi: 10 anni fa il sito internet era una piccola componente delle vendite, mentre oggi è la componente preponderante. Non è che tutte le vendite avvengano tramite il sito, e quindi in e-commerce, ma soprattutto perché prima di acquistare un prodotto i clienti si informano su internet. Se avete uno showroom stupendo ma un sito che vi penalizza, non riuscirete a portare i navigatori dentro al vostro sito. Mentre in passato il controllo l’aveva chi vendeva, oggi ce l’ha chi acquista. Per di più chi acquista vuole fare tutto da solo, almeno nella prima fase. Il sito quindi serve per attirare i clienti e può essere considerato uno showroom virtuale. Nel sito devono essere presenti tutti i prodotti e i servizi offerti dall’azienda. Non dovrebbe esserci differenza fra entrare nello showroom ed entrare nel sito. Il sito comunque da solo non è sufficiente, serve anche uno showroom dove trovare una persona che ti aiuti e rassicuri nello scegliere gli infissi. I clienti che entrano negli showroom oggi sono molto informati grazie a internet.
Il sito deve essere una macchina per inbound marketing quindi serve a farsi trovare dai clienti. L’audience va conquistata con contenuti interessanti. Il sito non deve limitarsi a esistere, altrimenti non serve a nulla. Il sito deve lavorare, e per lavorare si intende attrarre i visitatori, educarli e convincerli ad acquistare. Google considera piccolo un sito che abbia meno di 100 pagine. Il sito di uno small business è formato mediamente da 140 pagine. In un anno il 31% dei siti degli small business aggiungere da 1 a 5 pagine al mese quindi dalle 12 alle 60 pagine all’anno, che non sono pagine bensì contenuti.
Il web oggi è social e interattivo, mentre i siti raramente lo sono perché mancano di social media, blog, contenuti e newsletter, mentre il 40% delle piccole e medie aziende non ha un sito. Per utilizzare Twitter in modo adeguato è necessario fare almeno 4 o 5 tweet al giorno. Se si ha un blog bisogna pubblicare minimo un post alla settimana, se no in pratica è come non avere il blog. La newsletter va inviata almeno ogni 3 o 4 mesi. Bisogna ideare il proprio sito pensando alle persone o magari al proprio miglior cliente. Se si ragiona pensando a un navigatore generico, non si riesce a metterlo a fuoco e a creare contenuti ad hoc. Le persone vogliono avere accesso alle informazioni quando vogliono, come vogliono, tutte le volte che vogliono per la maggior parte senza interagire con il personale dell’azienda. Le persone vogliono che le si educhi invece che si cerchi di vendere loro qualcosa.
Per questo motivo avere un sito efficace è importante se si vuole vendere. Per riuscire a vendere bisogna quantomeno essere noti. Una volta che si è noti bisogna riuscire a suscitare interesse, dopo di che si viene valutati. Internet è come un imbuto che deve raccogliere il maggior numero possibile di persone per far sì che aumentino le possibilità di acquisto di un prodotto. Il sito deve essere strutturato bene e non presentare strozzature. A volte navigando in un sito si trova interessante un prodotto, ma è difficile entrare in contatto con l’azienda. Questo a volte dipende dal fatto che l’azienda non vuole essere disturbata perché spera che il cliente effettui subito autonomamente l’acquisto. Il sito invece serve a favorire il contatto, che poi deve essere portato avanti. Le visite al sito si aumentano tramite i contenuti. Il messaggio deve essere chiaro e univoco, bisogna educare e offrire valore. Quello che funziona in internet sono per esempio le case history che abbiano persone vere al centro: funziona di più questo che fare una pagina dedicata solo al prodotto. Anche blog e newsletter funzionano molto bene. Il 61% dei clienti preferisce le aziende che promuovono nuovi contenuti con costanza e le scelgono per acquistare. Chi opera nel B2C distribuisce oltre il 25% del budget di marketing alla produzione di content marketing. Un sito che ha un blog riceve il 434% di pagine indicizzate in più rispetto a chi non ha un blog. Chi posta immagini ha il 94% di visite in più. Anche i tweet che hanno immagini hanno molto più successo. Un sito con blog ha il 97% di link indicizzati in più rispetto a un sito privo di blog.
Tra i tre principali motivi che portano a seguire un’azienda attraverso i social media ci sono i contenuti di valore. Le aziende B2C con un blog e social media ottengono ogni mese l’88% di contatti in più rispetto ad aziende che non usano questi due strumenti. Il costo per contatto tramite il blog è più economico del 30-40% rispetto a Google Adwords e altri tipi di ricerca sponsorizzata. Il 58% dei clienti si fida dei contenuti editoriali. L’aspetto estetico è la chiave per trattenere il navigatore, mentre un’estetica brutta distrae o infastidisce. Bisogna mantenere un visual riconoscibile pagina dopo pagina, e fare in modo che spostarsi di pagina in pagina sia fluido. Meglio utilizzare immagini professionali ma anche autentiche, che facciano vedere chi lavora in azienda, perché le persone vogliono interagire con persone vere. E’ inutile avere un sito fantastico ma poi non riuscire a catturare i nominativi o a costruire una relazione è inutile. Il sito deve far trovare con facilità quello che il navigatore cerca.
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