Un software 3D basato sull’interoperabilità dei dati tra piattaforme differenti, permetterà di gestire l’intero ciclo di vita di un edificio: è il BIM, Building Information Modeling. Ne ha parlato Emilio Antoniol, architetto e dottore di ricerca IUAV
Acronimo di Building Information Modeling, il BIM è “una rappresentazione digitale del processo costruttivo che facilita lo scambio e l’interoperabilità delle informazioni in formato digitale” (dalle parole del prof. Charles M. Eastman negli anni 70). In pratica si tratta di un software che permette di gestire e costruire una base concreta su cui analizzare tutto il ciclo di vita di un oggetto, nel settore edilizio. Un nuovo paradigma di progettazione che riguarda l’edificio nella sua interezza, non escluso il settore dei serramenti.
Il primo software creato per lavorare in ambito BIM è ArchiCAD, sviluppato negli anni ’80. Tuttavia al giorno d’oggi tutte le case di software propongono software BIM, la maggior parte dei quali fanno riferimento a una progettazione di tipo architettonico. Più rari, ma in via di sviluppo, i software specifici per la realizzazione di parti tecniche, facciate, serramenti, e parti impiantistiche. Basato su un software di modellazione 3D, il BIM permette l’interoperabilità dei dati ossia la condivisione e le informazioni di un modello tra persone o entità diverse e l’ottimizzazione di tempi e costi, attraverso la gestione dell’intero ciclo di vita di un edificio. Il modello 3D è costituito da oggetti parametrici che contengono caratteristiche dimensionali e fisiche, di vincolo e adattabilità: ovvero la possibilità di modificare l’oggetto automaticamente al variare del modello e la possibilità di metterlo in relazione con altri oggetti.
L’interoperabilità è garantita dall’uso di un formato specifico, il formato di interscambio IFC (Industry Foundation Classes), che fornisce directories per ogni elemento della costruzione sulla base delle quali vengono definite le caratteristiche materiali e le varie tipologie di oggetti. Quali sono i vantaggi del BIM? Una progettazione “BIM oriented” consente di gestire progetti complessi e di coordinare contemporaneamente diversi ambiti di un progetto, in maniera integrata e condivisa, oltre a ridurre criticità in cantiere e quantificare i costi. E i limiti? Certamente una scarsa conoscenza dei software e l’insorgere di problemi legati all’interoperabilità e allo scambio dati, soprattutto per quanto riguarda le medie e piccole imprese, facilmente rimediabili con corsi di formazione dedicati. Il dott. Emilio Antoniol porta come interessante esempio di applicazioni BIM alle facciate, il Padiglione Italia di Expo 2015.
La richiesta del bando di gara è stata quella di applicare il BIM per l’intera progettazione: per il progetto strutturale grazie al modello di Tekla, e poi, grazie allo studio di progettazione specialistico AiolaDesign srl e la collaborazione di Gualini srl, la realizzazione di 4.000 mq di facciata continua in alluminio-vetro, rivestita da una seconda facciata doppia pelle di rivestimento in calcestruzzo fotocatalitico. In questo caso il BIM si è rivelato uno strumento fondamentale, data la complessità del lavoro, per la verifica e per le compatibilità fra la struttura e la facciata e naturalmente anche per tutte le parti di produzione. Il Padiglione Italia è senza dubbio un grande cantiere. Viene da chiedersi in che misura poi le tecnologie in esso applicate come il BIM investiranno l’intero mondo dell’edilizia. La sensazione è che tutto questo faccia scuola e investa anche i produttori e i serramentisti meno grandi. Il futuro è già qui.
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