A garanzia dei prodotti e del lavoro svolto arriva il contratto tra assemblatore e sistemista per la realizzazione di test di determinazione di prodotto volta ad ottenere il marchio CE. Ne parla il dott. Paolo Monticelli del CSI.
La norma EN 16034 approvata nel 2014 dal CEN stabilisce le caratteristiche prestazionali di resistenza al fuoco e di tenuta al fumo di porte e finestre tagliafuoco e tagliafumo. Da novembre 2015 questi prodotti potranno circolare liberamente sul mercato comunitario previa la marcatura CE. Diventa così fondamentale per il serramentista dotarsi di prove di determinazione di prodotto necessarie ad ottenere la marcatura e a dimostrare la rispondenza alle disposizioni di legge e la correttezza del lavoro svolto.
La norma, infatti, introduce lo strumento del cascading ITT. Il termine, spiega Paolo Monticelli di CSI, indica un contratto con cui un sistemista, o system house, che esegue test di determinazione di prodotto in relazione ad una o più caratteristiche, mette a disposizione dell’assemblatore i risultati ottenuti, sotto forma di rapporti di prova, fornendogli istruzioni di fabbricazione e assemblaggio. L’assemblatore ha poi il compito di integrare tali istruzioni nel proprio controllo di produzione in fabbrica (Fpc) ed essendo responsabile del corretto assemblaggio del prodotto e della conformità, è anche obbligato a fornire la Dop (Dichiarazione di prestazione) e il marchio CE. Ricorrere a contratti di cascading offre vari vantaggi. In primo luogo di natura economica, in quanto, “l’assemblatore non deve più farsi carico di eseguire i test, inoltre ha a propria disposizione il know-how del sistemista e l’assistenza tecnica che questi può fornire”. Di contro ha il venir meno della conoscenza diretta del proprio prodotto; “spesso sono i test di prova ad evidenziare specificità dei prodotti, determinando una maggiore conoscenza delle loro caratteristiche”. Non solo “il contratto determina anche un vincolo al progetto della system house, ovvero del sistemista, modificabile solo dietro suo consenso. In caso contrario il prodotto deve essere rideterminato”. previste dai gap della 1634-1, e non presentare deformazioni o rotture. L’introduzione delle categorie d’uso è importante anche dal punto di vista progettuale, perché vorrà dire selezionare una porta in funzione dell’uso a cui è destinata. Un’altra importante novità, se verrà confermata dall’aggiornamento della normativa italiana antincendio, è costituita dalla possibilità di introdurre una nuova tipologia di serramenti resistenti all’incendio: le cosiddette porte a tenuta di fumo secondo EN1634-3. Relativamente a questo punto è importante comprendere che il requisito di integrità E, che già compare nei regolamenti nazionali, non è necessariamente alternativo al requisito di tenuta al fumo S. Inoltre poiché la EN 16034 riguarda solo le porte con il requisito E e/o S, dovrà essere applicata la norma armonizzata pertinente allo specifico prodotto, dove richiesto.
Un serramento resistente all’incendio sarà soggetto all’AVCP – sistema di valutazione e verifica della costanza della prestazione – che introduce la sorveglianza con periodicità annuale del controllo di produzione in fabbrica – FPC – da parte dell’ente di certificazione sia del processo di produzione che dei piani di prova interni previsti dal fabbricante. La norma EN 16034 prevede che i componenti utilizzati siano specificati, e che deve essere previsto uno schema d’ispezione per assicurare la loro conformità, tenendo inoltre conto che molti dei componenti presenti nelle porte tagliafuoco e a tenuta di fumo sono comunque soggetti a marcatura CE. Il dott. Mele pone l’attenzione infine sul fatto che, considerando i requisiti proposti da questa norma e richiamati nell’allegato ZA che vale per tutti i Paesi membri, “la nuova generazione di serramenti si avvia a diventare un prodotto industriale con un mercato sovranazionale”.
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